Vicino alla Capitale rinvenuto e rimosso un ordigno pericolosissimo: una missione ad alto rischio riuscita grazie a questi droni | Poteva accadere il peggio
Ultimamente si sta sentendo sempre più spesso parlare di droni e dei loro utilizzi durante la quotidianità ed a volte si parla di usi sconsiderati.
Sì, perché abbiamo visto, segnatamente nell’ultimo periodo, di un ragazzo che, dopo aver hackerato il sistema del suo drone è riuscito a far sì che questo salisse di quota fino a 2400 metri di altezza, fotografando e filmando gli aerei di linea che transitano sulla propria testa. Questo è quanto accaduto in Cina nei giorni scorsi e che ha destato scalpore.
Ricorderete bene che nn si può pilotare un dispositivo del genere a quell’altezza, dato che l’altezza massima consentita è di 500 metri. Non contento, però, il protagonista della vicenda ha voluto condividere con altri utenti la sua esperienza, pubblicando ciò che aveva realizzato. Ovviamente, molti utenti, risentiti, hanno segnalato tutto alla Polizia.
Per quest’ultima è stato molto, ma molto semplice rintracciare l’autore della bravata e lo ha tenuto in prigione per ben cinque giorni. le reazioni sono state discordanti perché c’era, addirittura, anche chi avrebbe voluto che la detenzione durasse molto più tempo. Ma, dovete sapere che, oltra gesti sconsiderati, questi droni vengono utilizzati anche per salvare delle vite umane.
E’ il caso dell’esperimento in Nepal, sul Monte Everest ed è anche il caso che è avvenuto pochissime ore fa proprio in Italia, precisamente nel Lazio a pochi passi dalla nostra Capitale: un ordigno, un drone e le vite salve. Una missione che avrebbe potuto avere dei risvolti negativi, per fortuna, si è risolta per il meglio.
Grazie alla zona con assistenza al volo droni U-Space, un pericolo è stato scongiurato!
Come abbiamo già avuto modo di accennare, ci si trovava di fronte ad una situazione molto, ma molto delicata. Per fortuna, però, la notizia che ci è giunta da Viterbo, nel Lazio, vicino Roma, ha avuto un epilogo molto positivo. L’evento è avvenuto in collaborazione tra la Questura e la Rescue Drones Network ed è stato messo in atto per far sì che le operazioni di rimozione di una bomba della Seconda Guerra Mondiale, andassero nel verso giusto.
E’ stato utilizzato sia U-Space, ovvero lo spazio aereo riservato ai droni, molto utile anche e soprattutto in una zona molto difficile come quella in cui è stata ritrovata la bomba da rimuovere, che UTM-Box Pollicino di TopView. Quest’ultimo è un dispositivo che riesce a tracciare i droni e lo fa in tempo reale. Questa operazione rientra in un progetto ben più ampio.
Quest’ultimo è a livello europeo, ma, in particola modo, coinvolge Nazioni come Italia, Francia e Spagna ed ancora una volta gli operatori nostri connazionali giocano un ruolo fondamentale in esso. Si va sempre più verso l’implementazione dei droni nella vita quotidiana, in particolar modo in quelle che sono le operazioni di salvataggio che, in paesi come il nostro, risultano, molto spesso, essere difficili a causa della conformazione geografica dei luoghi.