La AI italiana sarà un successo: Meloni assicura le aziende e ricercatori con un norma per lo sviluppo delle Intelligenze | Sarà un nuovo boom tutto Italiano
Corposi investimenti per la ricerca in ambito tecnologico e strategico: così l’Italia cerca di iscriversi alla rincorsa all’IA. Nel corso di un evento dedicato, sono state molte le personalità che hanno voluto dire la loro sul nuovo piano di investimenti che hanno come scopo la creazione e la gestione di un asset di intelligenza artificiale italiana. Ecco la situazione.
Nelle nostre vite quotidiane, oramai da tempo c’è una presenza che non scorgiamo quasi mai in maniera netta, ma che in realtà governa larga parte dei processi che ci stanno intorno. Quella dell’intelligenza artificiale è stata tutt’altro che una “scoperta“: il concetto di IA si lega materialmente agli albori dell’informatica. La vera rivoluzione è stata quella portata da OpenAI con la diffusione di ChatGPT. In quel momento, si che si è trattata di una scoperta per il grande pubblico.
Certo, gli sviluppi raggiunti oggi dai processi e dagli algoritmi che governano l’apprendimento e la risposta dell’IA sono ammirabili, e si tratta solamente dell’inizio. In ogni caso, la maggior parte di noi non sa ancora bene come orientarsi sul suo conto. In realtà, considerando che qualsiasi azienda o ente pubblico si sta dotando di sistemi basati sull’IA, si tratta di un asset strategico assolutamente non trascurabile per nessun governo al mondo.
L’IA italiana avrà vita, anche se in ritardo
Come ogni tecnologia dirompente che incontriamo, anche l’IA è destinata a scuotere le fondamenta del benessere della nostra società. L’Unione Europea ha prodotto il primo quadro normativo dedicato all’intelligenza artificiale con l’AI Act, e ora l’Italia ha deciso di partire con la sua nuova avventura in questo campo. Certamente si tratta di un’azione dovuta considerando il quadro internazionale che vede l’Europa intera anni luce dietro ai competitor internazionali che su robotica e IA stanno seguendo piani di sviluppo integrati già da molto tempo.
Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, e bisognerà anche comprendere quali saranno i risvolti della questione, non ancora ufficializzati: Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione, parla di 800 milioni di euro; Giorgia Meloni, invece, dice che si tratterà di un miliardo; secondo Agostino Scornajechi, AD di Cdp Venture Capital, si genereranno flussi da 2 miliardi. I soldi utilizzati saranno in larghissima parte provenienti dal fondo europeo per il PNRR. Ovviamente, l’augurio è quello di riuscire a creare una rete italiana ed europea in grado di sostenersi contro le innovazioni provenienti dall’estero.