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AI come Vermi: arriva nuova ondata di preoccupazione e panico sulle AI, il loro scopo e la loro evoluzione | Ora ci fanno paura

Intelligenza Artificiale – Fonte Depositphotos – themagazinetech.com

Sempre di più l’intelligenza artificiale viene impiegata in vari ambiti, ma i dubbi sono ancora tanti: ecco il worm IA. Quando ci si ritrova davanti a un’innovazione così dirompente bisogna sempre essere molto cauti e cercare di delimitare tutti gli ambiti di rischio che ad essa sono associati. È questo il lavoro che è stato svolto da alcuni ricercatori in laboratorio.

Da quando OpenAI ha aperto al mondo intero la possibilità di interfacciarsi con l’intelligenza artificiale molte cose sono cambiate. In realtà, si tratta di un cambiamento che sembra ancora essere difficile da decifrare. O, per essere più precisi, sembra difficile riuscire a immaginare tutte le conseguenze che un utilizzo sempre più marcato delle intelligenze artificiali possono portare. Come ogni grande innovazione, è importante essere molto cauti, specialmente all’inizio.

I rapporti sull’impatto che l’IA può avere sulla società umana fioccano in giro. La creazione di fake news sempre più realistiche desta molta preoccupazione, ma anche l’applicazione di questi strumenti all’industria militare può risultare molto problematica. C’è poi il grande dibattito che riguarda la sicurezza sul web. Gli hacker e i malintenzionati, infatti, possono impiegare l’IA per raggiungere scopi tutt’altro che legali.

Un team di ricercatori ha deciso di lanciarsi in un esperimento che ha fornito risultati molto preoccupanti: dobbiamo stare attenti al worm IA.

Un virus generativo ad altissimo rischio

Nel 1988 i sistemi informatici non erano ancora diffusi in maniera capillare come oggi. All’epoca, però, il worm Morris riuscì nell’intento di spaventare gli informatici e gli esperti, causando molti danni. Questo genere di virus è chiamato “verme” perché si comporta come uno di questi animali: in qualche maniera riesce a trasferirsi autonomamente attraverso sistemi differenti, rubando dati e seminando malware in giro. È in suo onore che Ron Bitton, Stav Cohen e Ben Nassi hanno deciso di chiamare il loro esperimento Morris II. Nei fatti, si tratta di un worm virus che però fa leva sulle potenzialità dell’IA.

OpenAI ChatGPT – Fonte Depositphotos – themagazinetech.com

Si tratta in effetti di un worm IA generativo, in grado dunque non solo di trasferirsi da un computer all’altro legandosi a file di vario tipo, ma anche di evolversi nel tempo. Morris II riesce addirittura a prendere di mira assistenti come Gemini e ChatGPT. Insomma, il team di ricerca ha voluto evidenziare come l’IA applicata alla creazione di virus possa portare a conseguenze anche molto pericolose, rendendo necessarie nuove misure di sicurezza per i sistemi informatici che utilizziamo tutti i giorni.

Published by
Domenico Rossi