Investimenti immobiliari: in quali casi conviene l’acquisto per affitto? Il meccanismo per assicurarsi rendite mensile a vita | Soldi a palate ogni mese
Lo scenario economico nel quale siamo immersi impone alcune riflessioni molto delicate: oggi conviene investire sul mattone? La risposta a questa domanda non va cercata tanto nelle sensazioni ma nei dati crudi che ci sono offerti dagli istituti e dai rilievi che vengono effettuati in continuazione. In generale, riuscire ad acquistare un immobile può essere complicato per molti: ecco la situazione.
Investire nel mattone è una scelta che richiede attenzione e prudenza. Non basta infatti avere del denaro da parte e comprare una casa a caso, sperando di ottenere un buon rendimento. Bisogna valutare attentamente diversi fattori, come la posizione, la tipologia, lo stato dell’immobile, la domanda e l’offerta, le tasse e le spese di gestione. Inoltre, bisogna tenere conto delle possibili fluttuazioni del mercato immobiliare e dei rischi legati alla morosità degli inquilini o alla vacanza dell’immobile.
Certo, esistono anche altri metodi che si possono sfruttare per cercare di far fruttare il nostro denaro. Negli ultimi anni abbiamo sentito spesso parlare di trading e criptovalute. Questi mezzi possono sembrare più allettanti e redditizi, ma sono anche più volatili e incerti. Il mattone invece offre una maggiore stabilità e sicurezza, a patto di fare le scelte giuste e di avere una visione a lungo termine. In realtà bisogna considerare bene quali sono i vantaggi e gli svantaggi di investire nel mattone.
L’aumento generale dei costi
Se si parla di acquisto della prima casa, il discorso cambia. Quando l’acquisto riguarda un secondo immobile, però, bisogna considerare il quadro normativo che regola i tributi intorno al possesso di un secondo immobile. Innanzitutto bisogna considerare l’IMU, una fonte economica imprescindibile per lo stato. Non solo, poiché ci sono molte altre spese che gravitano intorno al secondo acquisto: la tassa sui rifiuti, l’IVA, l’Irpef sulla cedolare secca, l’imposta ipotecaria catastale e l’imposta di registro e bollo.
Come se non bastasse, poi, i dati che si rilevano a livello nazionale raccontano di un aumento consolidato delle spese di mantenimento degli immobili. Oltre a questo, poi, c’è anche da considerare la spesa relativa alle utenze. Se l’inflazione si è assestata su un aumento del 29%, i costi relativi al consumo di gas, elettricità e acqua, invece, sono aumentati del 70%. Insomma, in questo quadro generale diventa difficile poter ipotizzare l’acquisto di un secondo immobile. Gli affitti, poi, nell’ultimo decennio sono cresciuti solo del 7%: il rischio di ritrovarsi con una casa sfitta è piuttosto elevato in questa situazione.