È facile perdersi tra le varie misure e bonus indetti dallo Stato: in questo modo si possono recuperare i mesi persi con l’Assegno Unico. Bisogna stare molto attenti a tutte le procedure burocratiche richieste, cercando di inviare tutte le documentazioni del caso per tempo. In alcuni casi, però, esiste un metodo per riscattare i mesi che non sono stati retribuiti: ecco come.
La situazione economica in Italia è piuttosto instabile da qualche tempo oramai. In realtà, il problema è molto più ampio, e richiederebbe livelli di analisi piuttosto sofisticati e approfonditi per parlare di tutte le concause che l’hanno scaturito. Di certo, ci sono alcuni momenti che hanno fissato una svolta importante sul piano economico. Considerando l’economia globale nella quale siamo immersi, la pandemia da Covid-19 è stato un evento importantissimo.
I cali di produzione, le quarantene e i lockdown hanno messo a dura prova i sistemi economici di tutto il mondo. I conflitti che negli ultimi tempi si sono accesi in alcune aree del pianeta, poi, hanno fatto sì che la situazione diventasse ancora più difficilmente sopportabile. In questo modo, ci siamo ritrovati con un aumento dei prezzi a monte spropositato, che si è per forza di cose ripercosso sui clienti finali.
L’inflazione è schizzata a livelli elevatissimi, e le difficoltà sono diventate reali e concrete per tutti. In questo quadro, lo Stato ha cercato di fare il possibile per aiutare i nuclei familiari in maggiore difficoltà finanziaria.
Tra i tanti bonus messi a disposizione dallo Stato c’è anche l’Assegno Unico. Questa cifra viene messa a disposizione mensilmente per tutte le famiglie che hanno a carico figli fino ai 21 anni di età, indipendentemente dalla propria fascia ISEE. Sono tante le misure che sono state accorpate nell’Assegno Unico, e tra queste troviamo anche il cosiddetto “Premio alla Nascita“.
Questo bonus si poteva ottenere fin dal settimo mese di gravidanza. Ora, con l’arrivo del nuovo anno, bisognerà passare ai nuovi dati ISEE relativi al 2023. Il mese di gennaio, in realtà, è coperto dal calcolo effettuato già l’anno scorso. Da febbraio si passerà ad utilizzare i nuovi dati, ma c’è da sottolineare una cosa: se si rinnova entro giugno 2024, i mesi arretrati (dunque febbraio, marzo, aprile e maggio) verranno rimborsati non appena consegnato il nuovo calcolo ISEE. Meglio affrettarsi dunque per non perdere questa occasione.