Nel corso degli ultimi anni stiamo assistendo a quella che potremmo definire come una vera e propria crisi dell’energia.
Tutto ebbe inizio più precisamente a febbraio dell’anno scorso, in concomitanza con lo scoppio dei primi conflitti in Ucraina, che hanno inevitabilmente portato a delle conseguenze che si sono poi diffuse a macchia d’olio su tutto il continente europeo.
Tra le conseguenze più lampanti possiamo ricordare ad esempio un significativo aumento dell’energia in entrambe le sue forme, rispettivamente energia elettrica e gas metano. Tali aumenti hanno portato in particolare le principali compagnie fornitrici d’energia (tra cui Enel Energia, nel caso del territorio di pertinenza italiano) ad aumentare di pari passo il costo delle bollette mensili dell’energia, creando non poche difficoltà per i cittadini europei che si ritrovano a faticare per arrivare alla fine del mese, dato il costo sempre più esoso e improponibile delle bollette stesse.
È chiaro che in una situazione del genere in tanti hanno provato ad escogitare delle soluzioni per cercare di immagazzinare il più possibile energia, in modo da avere dei significativi risparmi ed evitare soprattutto gli sprechi a livello dei consumi. In particolare un’azienda avrebbe trovato una modalità di risparmio d’energia davvero interessante, che potrebbe rappresentare seriamente la svolta per il futuro dell’energia mondiale: scopriamo insieme di che cosa si tratta.
L’azienda Fourth Power, direttamente dal Massachussetts, ha infatti recentemente escogitato una tecnologia che permette di accumulare energia ultraelevata, con un’efficienza di gran lunga superiore a quella delle turbine a vapore. Questa modalità permetterebbe in particolare l’accumulo dell’energia supplettiva, derivante ad esempio dalla produzione eolica o fotovoltaica, così da poterla riutilizzare efficacemente qualora ce ne fosse effettivo bisogno in futuro.
Il prototipo presentato da Fourth Power, da ben 1 MWh, promette di migliorare di gran lunga l’efficienza energetica, riuscendo a convogliare e a “immagazzinare” l’energia termica all’interno di esso. Sappiamo bene infatti che, in assenza di un reale stoccaggio e immagazzinamento, tutta l’energia che viene prodotta in maniera alternativa dalla luce solare o dal vento deve necessariamente essere utilizzata nell’immediato, e questo può chiaramente portare a degli sprechi che è bene evitare, soprattutto di questi tempi in cui l’energia (in tutte le sue forme) è un bene prezioso.
Entrando maggiorente nei dettagli questo prototipo utilizzerebbe dei blocchi di grafite, che grazie all’energia riescono ad arrivare addirittura a una temperatura di 2500 gradi centigradi, permettendone l’immagazzinamento. A convogliare l’energia termica sarebbe lo stagno liquido, che presenta infatti una temperatura di fusione di “soli” 232 gradi centigradi. Lo stagno viene quindi riversato all’interno dell’impianto grazie ad una pompa meccanica realizzata in grafite, permettendo di trasferire così l’energia ai blocchi.