Monte dei Paschi, tutto quello che non ti hanno detto I Cosa succede adesso a conti e muti
Dopo molti discorsi è arrivato il momento di fare il punto sulla situazione: le vicende che riguardano MPS impatteranno i conti correnti dei clienti? La verità risiede tutta nei risvolti che le ultime azioni della banca hanno avuto sulla stabilità della stessa. In particolare, c’è una vicenda che ha contribuito a far parlare molto dell’istituto: scopriamo di più in merito.
Negli ultimi mesi stiamo assistendo ad alcune vicissitudini molto importanti sul fronte della finanza. La situazione nella quale ci ritroviamo è chiara a tutti. Le sfide economiche che sono state poste dagli eventi nazionali e internazionali sembrano essere piuttosto complicate da superare. In questo contesto, i piccoli risparmiatori e i correntisti italiani stanno affrontando moltissime difficoltà economiche.
Non è facile riuscire a mantenere contenute le spese ogni mese, mentre gli stipendi rimangono fissi a quote non di certo elevate. Come se non bastasse, i principali istituti bancari italiani hanno affrontato alcuni momenti decisamente particolari. Intesa Sanpaolo ha dovuto vedersela con l’Antitrust a seguito di una scellerata decisione, cioè quella di dirottare una parte della sua clientela su un’altra banca controllata da Intesa.
Non si tratta però dell’unica vicenda che ha fatto – e che fa tutt’ora – parlare. Monte dei Paschi di Siena, infatti, è da tempo al centro di una questione molto delicata e importante, che finalmente sembra essersi risolta. Quale sarà l’effetto sui correntisti?
MPS cambia tutto: i correntisti rischiano qualcosa?
I clienti si ritrovano spesso in balìa delle decisioni degli istituti, specialmente in un momento come questo in cui si sta vivendo una vera e propria “desertificazione bancaria“. Le filiali sul territorio sono sempre meno, ed è sempre più difficile riuscire a prelevare denaro contante. Monte dei Paschi di Siena, come se non bastasse, negli ultimi tempi ha affrontato un importantissimo processo di vendita ad opera dello Stato Italiano.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, deteneva una quota pari al 64,23% della banca. Per mesi si è parlato della vendita e dei potenziali acquirenti, con indiscrezioni su volti, cifre e quantità. Finalmente questa vendita è stata effettuata, e ora la percentuale dello Stato si è assestata al 39,23%, rimanendo comunque azionista di maggioranza. La cifra ottenuta in cambio di questo 25% è stata pari a 920 milioni di euro, a fronte di un investimento iniziale di 7 miliardi. Dal punto di vista dei clienti, tutto questo non cambierà nulla trattandosi solo di una vendita di capitale.