Unicredit, bruttissimo colpo: è stata esclusa I È una cattiva notizia adesso può fallire
Nel corso di tutti questi anni stiamo assistendo a innumerevoli cambiamenti che stanno impattando a livello dei più disparati settori, influenzando talvolta pesantemente le nostre vite.
Il settore economico e finanziario non fa di certo eccezione a questa regola di base, ma ha vissuto anzi importanti passi in avanti nel giro di pochissimi anni. Uno dei cambiamenti principali è avvenuto in particolare a livello del sistema dei pagamenti e delle relative modalità.
Se infatti fino ad appena qualche anno fa utilizzavamo essenzialmente il denaro in contanti per l’acquisto di beni e servizi, ad oggi questi sono stati totalmente soppiantati dall’utilizzo delle carte di credito e delle carte di debito, eventualmente associate ad un conto corrente di riferimento da cui poter attingere la liquidità necessaria. Questo ha portato tra le altre cose a una drastica riduzione degli sportelli Bancomat in Italia, che si sta tutt’ora protraendo.
Cambiamenti per le banche
Oltre a questo si sono verificati numerosi cambiamenti anche a livello delle principali banche italiane: pensiamo ad esempio all’annuncio di luglio del gruppo Intesa Sanpaolo, che ha decisamente cambiato le carte in tavola con la migrazione di milioni e milioni di suoi clienti alla divisione completamente digitale isybank, che non prevede la presenza di filiali bancarie sparse sul territorio, portando a non pochi disagi e difficoltà per i clienti che (ovviamente) intendono ritornare indietro.
Brutte notizie arrivano in particolare anche per Unicredit, un altro importantissimo gruppo italiano che recentemente aveva detto no alla compravendita di titoli di Monte dei Paschi di Siena: scopriamo insieme di che cosa si tratta.
Novità in arrivo
La banca di Piazza Gae Aulenti sarebbe recentemente risultata fuori dall’elenco di banche caratterizzate da un’importanza sistemica a livello mondiale. A condurre questa scelta sarebbe stata la Financial Stability Board, che avrebbe recentemente incluso la banca cinese Bank of Communications, così come anche la banca svizzera UBS (che ha salito di un gradino la classifica), che scalano così le classifiche, arrivando in questo modo al secondo livello.
La classifica sarebbe iniziata a seguito della recente crisi finanziaria globale, che ha ovviamente portato a dei significativi cambiamenti nell’assetto economico e finanziario di tutto il mondo. A subire lo stesso “trattamento” di Unicredit ci sarebbe anche Credit Suisse, con un totale di 29 banche attualmente all’attivo all’interno della classifica. Non ci resta dunque che attendere ulteriori aggiornamenti da parte di Unicredit in merito ai suoi piani per il futuro prossimo, che siamo certi non tarderanno ad arrivare nel corso delle prossime settimane o mesi a venire.