Conti correnti, la grande vittoria dei consumatori italiani: le banche non devono farti pagare nulla
La situazione economica e bancaria italiana sta conoscendo un periodo di grande cambiamento, con diversi gruppi bancari che cambieranno le proprie carte in tavola nel corso dei prossimi mesi o anni a venire.
Basti pensare ad esempio al sistema dei pagamenti, che ha subito un’importante mutazione nel giro di pochissimi anni. Se infatti fino a pochissimi anni fa utilizzavamo il denaro in contanti in maniera preponderante, di certo non possiamo dire lo stesso per gli anni più recenti, dove ad averla vinta sono stati e sono tutt’oggi i pagamenti elettronici, assicurati dall’utilizzo delle carte di credito e delle carte di debito eventualmente associate ad un conto corrente di riferimento da cui poter attingere quanto necessario per la liquidità richiesta per quel dato bene o servizio.
È proprio sui conti correnti che ci focalizzeremo oggi, dal momento che i consumatori italiani avrebbero recentemente ottenuto una grande vittoria nei confronti delle banche: scopriamo insieme di che cosa si tratta. In particolare si tratterebbe di una vittoria davvero significativa da parte del Codacons.
La sentenza definitiva
Essa è infatti riuscita finalmente ad avere una risposta dalla Corte di Cassazione in merito alle clausole anatocistiche che erano state inserite, anni e anni addietro, all’interno dei contratti dei conti correnti che prevedevano una conclusione prima della delibera pubblicata nell’ormai lontano 9 febbraio del 2000, considerandole a tutti gli effetti nulle e prive di valore legale.
Per i non addetti ai lavori, questo sta a significare che nel caso di ingiunzioni di pagamento da parte della propria banca, è sempre preferibile richiedere una verifica da parte di esperti del settore prima di procedere al pagamento vero e proprio. Il motivo è presto detto: in base a quanto evidenziato dai due avvocati Angelo Cardarella e Carlo Gasparro, infatti, bisogna sempre verificare che le somme richieste dalla banca siano legittime, dal momento che si potrebbe eventualmente arrivare a una somma consistente del debito del cliente nei confronti della banca stessa.
La vittoria dei clienti
Prima di tutti bisogna infatti considerare l’eccezione di anatocismo, vale a dire gli interessi ottenuti sugli stessi interessi già maturati, che potrebbero eventualmente portare ad una discreta somma di credito che ovviamente il cliente può far valere in sede legale nei confronti della banca. In base a quanto stabilito dalla Suprema Corte, si possono dunque richiedere gli interessi anatocistici dovuti ai 10 anni precedenti ai contratti risalenti a prima del 2000.
Non ci resta a questo punto che attendere ulteriori aggiornamenti in merito alla gestione futura dei conti correnti, che siamo certi non tarderanno ad arrivare nel corso delle prossime settimane o mesi a venire.