Conti correnti, la data si avvicina: ti ritroverai la metà dei soldi in banca I Risparmi di una vita bruciati in un colpo
Durante tutti questi anni abbiamo assistito a numerosi cambiamenti, che hanno più o meno impattato a livello di gran parte dei settori.
Pensiamo ad esempio al sistema economico e finanziario italiano, che nel giro di pochissimi tempo è stato completamente stravolto, soprattutto per quel che riguarda nello specifico le modalità di pagamento. Fino a pochi anni fa infatti utilizzavamo il denaro in contanti in maniera preponderante per l’acquisto di beni e servizi.
Ad oggi la situazione è totalmente virata a favore invece dei sistemi di pagamento elettronici, capitanati rispettivamente dall’utilizzo di carte di credito (o carte di debito che dir si voglia), eventualmente in associazione ad un conto corrente di riferimento, da cui poter attingere la liquidità richiesta per l’acquisto di un bene o un servizio.
Il problema dell’inflazione
È proprio sui conti correnti che ci soffermeremo oggi infatti, dal momento che stanno per arrivare diverse novità che interesseranno milioni e milioni di clienti bancari: scopriamo insieme di che cosa si tratta. C’è infatti la tendenza da parte di molti, i cosiddetti “risparmiatori“, a mettere un certo quantitativo del proprio denaro “sotto il materasso” o nel conto corrente di riferimento, ma questo non sempre porta a degli importanti vantaggi in termini economici.
Una delle problematiche più importanti e significative in tal senso è infatti rappresentata dall’inflazione: basti pensare infatti che nel giro di appena 20 anni, 1000 euro sono diventati appena 588 euro, proprio a causa dell’inflazione che ha drasticamente diminuito il valore reale e tangibile della moneta in vigore. Ad essere interessati da questo evento sono tantissimi clienti: si stima infatti una quota di risparmi totali che ammonterebbe all’incirca a 1400 miliardi di euro, presenti rispettivamente all’interno di conti bancari o sottoforma di contanti da parte di aziende e famiglie italiane, con un aumento di circa 300 miliardi nel giro di appena 10 anni a questa parte.
Corsa ai ripari
È ormai assodato che il potere d’acquisto sia significativamente diminuito nel corso degli anni, a causa dei continui aumenti a livello di ogni settore, da quello della ristorazione a quello tecnologico e (soprattutto) energetico, portando milioni e milioni di persone in seria difficoltà ad arrivare indenni alla fine del mese. La stessa situazione si è verificata anche (e soprattutto) per i conti correnti, che presentano un rendimento che si aggira indicativamente allo zero.
In poche parole, depositare denaro nei conti correnti porta ad un ritorno quasi nullo, con una quota massima che arriva attorno allo 0.37% nel migliore dei casi, per non parlare poi dei costi di gestione del conto stesso che, superata una certa età (30 anni, nella maggior parte delle banche italiane), non sono di certo indifferenti, e hanno un certo peso sul bilancio personale. Non ci resta dunque che attendere ulteriori aggiornamenti da parte dei principali gruppi bancari italiani, che siamo certi non tarderanno ad arrivare nel corso delle prossime settimane o mesi a venire.