Conti correnti, se il Fisco vede queste operazioni ti perseguita I Lo fai senza pensarci e comincia l’incubo
L’Agenzia delle Entrate vigila su tutti i movimenti che effettuiamo sui nostri conti: ecco a quali operazioni fare attenzione. Alcuni spostamenti di denaro, infatti, attirano l’attenzione più di altri e devono essere adeguatamente giustificati. Se non lo sono, l’Agenzia delle Entrate può far pagare multe salatissime. Per questo motivo conviene evitare di creare situazione spiacevoli e tenere d’occhio tutte le operazioni che si svolgono.
Spesso e volentieri, quando abbiamo a che fare con i nostri conti correnti, abbiamo di essi una percezione completamente errata. Grazie alle misure di sicurezza che ci permettono di difendere i nostri risparmi, ci sembra quasi che i conti siano un territorio all’interno del quale siamo gli unici a poterci muovere e che noi possiamo gestire come ci pare. In realtà, le cose sono molto diverse. Piuttosto, conviene pensare ai propri conti correnti come un luogo in cui si depositano i soldi sotto la vigilanza costante di banche e istituti come l’Agenzia delle Entrate.
Queste, infatti, tengono costantemente la situazione sotto monitoraggio per evitare che si verifichino pratiche contro legge. Negli ultimi anni, tra l’altro, le misure si sono fatte sempre più stringenti per scongiurare tentativi di frode ai danni del Fisco. Quando eseguiamo operazioni con i nostri conti bancari, conviene fare attenzione ad alcuni dettagli per essere certi di non doversi ritrovare a pagare multe salate.
Le operazioni a cui fare attenzione con i nostri conti correnti
Di base, ogni spostamento in denaro che si effettua tramite conto corrente deve essere giustificato. Alcune operazioni, però, fanno scattare automaticamente i controlli dell’Agenzia delle Entrate. I bonifici richiedono sempre una causale, e quando sono fonte di reddito devono essere dichiarati. Esistono molte casistiche in cui queste somme sono esentasse: si tratta di donazioni tra familiari stretti, come fratelli, sorelle, figli, genitori e coniugi; oppure le cifre derivanti dalla vendita di oggetti di seconda mano.
In questi casi, bisogna sempre avere una prova scritta che attesti l’origine di queste cifre. I versamenti in contante, poi, sono un altro rischio. Le cifre che non devono essere tassate, anche qui, devono essere giustificate con scritture private o atti notarili. I bonifici diventano molto sospetti quando sono effettuati con cadenza regolare e per cifre importanti, oppure quando vengono effettuati costantemente tra moglie e marito. Anche in questi casi bisogna dimostrare che non si tratta di fonti di reddito in nero ma di spostamenti legittimi.