Intesa Sanpaolo, i clienti adesso hanno paura: temono di pagare loro I Per la banca è stata una mazzata
I clienti Intesa Sanpaolo sono preoccupati per i cambiamenti delle ultime settimane, saranno loro a dover pagare il sovrapprezzo? Il dubbio sulla situazione
Negli ultimi giorni non si parla d’altro se non della caduta delle banche in borsa per via della tassa sugli extraprofitti che andrà a limare gli utili del 2023. La direttiva last minute da parte del Governo ha iniziato a pesare sul listino milanese immediatamente dopo. Bper quella che affonda di più superando il -9%, ma anche Intesa SanPaolo e Unicredit vedono grossi cali.
La mossa del governo spazza via 27,71 miliardi di euro di capitalizzazione, con un rosso di 8,75 miliardi solo per le banche quotate. Gli analisti calcolano che l’utile netto delle banche nel 2023 potrebbe essere ridotto di circa il 10%. Ma questa situazione a chi darà beneficio?
Secondo il Governo, la manovra avrebbe tra i principali obiettivi lo smorzare l’impatto dei costi sui cittadini, soprattutto dopo che i tassi d’interesse dei mutui erano schizzati alle stelle sfiorando il 5%. In sostanza, l’idea è nata per cercare di salvare tutte quelle famiglie che si sono trovate con l’acqua alla gola, grazie ai sovraguadagni delle banche stimati sull’aumento dei tassi d’interesse.
Cosa prevede il nuovo decreto sugli extra-profitti e quali sono i rischi che lamentano i clienti di grandi e solidi circuiti bancari come Intesa Sanpaolo
Intesa, in testa fino a poco tempo fa, si è beccata un -8,66% e adesso i clienti hanno iniziato a chiedersi se in qualche modo, tutto questo marasma possa influenzare negativamente sulle loro finanze invece che positivamente come previsto dal Governo.Il decreto ha così previsto per il 2023, una tassa straordinaria a carico degli intermediari finanziari, determinata applicando un’aliquota pari al 40% sul maggior valore del margine d’interesse dell’esercizio 2022 che eccede per almeno il 5% il margine del 2021.
Operazione che dovrebbe garantire all’esecutivo un introito complessivo intorno ai 3 miliardi di euro. Ma se tutto ciò invece che andare a favore dei clienti, gli si ritorcesse contro con nuove prese di posizione delle banche? Tra le polemiche inerenti alla nuova idea, gli stessi clienti Intesa, ma in generale anche i clienti dei circuiti bancari più solidi, si stanno chiedendo se tutto questo possa in qualche modo influire sul loro conto bancario o in generale sulle agevolazioni che prima le banche mettevano a disposizione per i clienti e che invece adesso potrebbero essere eliminate per riequilibrare il contraccolpo.
Cosa potrebbero rischiare i clienti nel caso in cui gli istituti bancari si mettessero ‘contro’ le direttive del decreto
Le maggiori entrate derivanti da tale imposta saranno destinate al finanziamento del fondo per i mutui sulla prima casa e per interventi volti alla riduzione della pressione fiscale di famiglie e imprese, così racconta il decreto legge. Ma adesso sarà da valutare se le banche decideranno di avviare politiche commerciali finalizzate ad allargare la clientela (col fine di ampliare il possibile bacino commissionale), aumentando il pass-through sulla raccolta e sacrificando quindi parte del beneficio dato dal rialzo dei tassi, in parole povere nasce il dubbio sul fatto che i circuiti bancari possano puntare a rincari sui correntisti o su chi sarà intenzionato a chiedere un mutuo.