Buoni fruttiferi postali, con l’inflazione sono l’investimento migliore che puoi fare I Ma sai quante tasse ci paghi?
Quanti di voi, come noi tra l’altro, non hanno mai posseduto un buono fruttifero postale, magari regalato da nonni, zii per le ricorrenze.
Era uno dei primi regali ricevuti sin da bambini. Possiamo dire che sin dalla nascita, passando per il battesimo e la prima comunione, senza dimenticare i compleanni, c’era sempre qualcuno che portava in dono uno di questi buoni. E ciò perché avevano ed hanno degli ottimi rendimenti. E dovete pensare che anche in questo periodo sarebbe un’ottima idea sottoscriverli.
Possiamo dire che è un’ottima idea farlo. Sì, perché i rendimenti sono alti, un po’ come i Btp (Buono del Tesoro Poliennale). Pensate che, dopo 5 anni rendono una percentuale fissa del 3% che, col passare del tempo, aumenta di anno in anno sino ad arrivare, dopo il sedicesimo anno, a fruttare ben il 4,5%. E’ una percentuale davvero alta.
Quelli per i minorenni, poi, sono proprio i migliori poiché fruttano il 4,5% annuo. Ovviamente, tutti i tassi di rendimento menzionati si riferiscono alla percentuale lorda. Nonostante ciò, in un periodo come questo con la crisi economica ed i tassi di inflazione alle stelle, sono un validissimo strumento di investimento.
Detto ciò, però, dopo le note positive, bisogna tener conto di ciò che di negativo c’è. E nonostante sia una delle forme migliori di investimento, c’è da fare i conti con la tassazione. Sono pochi coloro i quali conoscono quante tasse ci sono da pagare su questi buoni fruttiferi postali. Per questo motivo, abbiamo deciso di informarvi su quali e quante tasse ci sono da affrontare.
Buoni fruttiferi postali: un’ottimo investimento, ma attenzione alla tassazione.
Ebbene sì, anche questi strumenti di investimento dei risparmi offerti da Poste Italiane, sono soggetti a tassazione al pari dei Btp. La percentuale di tassazione è pari al 12,50%. Ma, attenzione, non è finita qui. Andiamo per gradi. Tale tassazione si applica, però, solo agli interessi maturati. Ciò vuol dire che il capitale iniziale non verrà affatto toccato.
Quindi, per intenderci, l’interesse annuale lordo che si attesta al 3%, diventerà, al netto, il 2,625%. Quanto trattenuto sarà versato al Fisco da Poste Italiane. Oltre questa tassazione, c n’é un’altra. Stiamo parlando dell’imposta di bollo. Questa, dal 2014, per Legge, si attesta al due per mille sulla somma totale.
C’é, però, una soglia di esenzione. In pratica, sotto i 5000 euro non è dovuta. Attenzione, però, perché questa soglia non deve essere raggiunta anche nel caso in cui si è in possesso di più buoni fruttiferi. In sostanza, per evitare di pagare almeno l’imposta di bollo, bisogna tentare di tenere il valore del rimborso di tutti i buoni al di sotto della soglia di esenzione