La caverna del diavolo: riti satanici e sacrifici di un’antica setta I La scoperta inquietante a centinaia di metri sottoterra
Tutte le scoperte archeologiche suscitano sempre tantissima curiosità frammista a stupore negli animi di chi ne viene a conoscenza.
Ed anche quella di cui vogliamo parlarvi ha fatto sì che tutti si avvicinassero ad essa, nonostante fosse una scoperta alquanto inquietante. Ebbene sì, perché si può dire che sia stata ritrovata una grotta che fungeva da “portale per gli inferi“. La notizia arriva direttamente da Israele, segnatamente dalle colline che circondano la città di Gerusalemme.
Ed era il luogo deputato per il culto, macabro ed inquietante, di una setta che evocava i morti dall’aldilà. Si tratta di un culto risalente a circa 2000 anni fa, all’epoca degli antichi romani. Potrete sicuramente immaginare la sorpresa negli occhi dei ricercatori e degli archeologi quando si sono ritrovati dinanzi quelle scene nella grotta.
I protagonisti di questo nuovo studio sono gli archeologi Eitan Klein dell’Autorità israeliana per le antichità e Boaz Zissu della Bar-llan University. che lo hanno pubblicato sulla rivista Harvard Theological Review. Ma vediamo nel dettaglio questa nuova affascinante e, allo stesso tempo agghiacciante, scoperta fatta in Israele. Quest’ultima segna un importante passo in avanti per lo svluppo della nascente Archeologia della magia.
Il portale per gli inferi: la grotta nei pressi di Gerusalemme utilizzata per riti magici e macabri.
Il luogo in questione è la Grotta di Te’omim o Grotta dei Gemelli. E’ un luogo enorme che durante l’epoca romana era sede di un culto bizzarro e tetro allo stesso tempo. Sono stati ritrovati dei teschi e n numerosissime lampade ad olio incastonate nelle fessure delle rocce. In questo luogo si evocavano i morti, si praticava la negromanzia.
La grotta ha nel suo centro un pozzo enorme, profondo, in cui si può ammirare una splendida sorgente d’acqua. C’è da dire, però, che questo sito era già conosciuto alla fine del 1800, ma gli scavi, quelli veri, iniziarono soltanto all’incirca 23 anni fa grazie ai ricercatori dell’Università di Gerusalemme. Ed è durante questa campagna, durata tantissimo tempo, che furono ritrovate centinaia di lampade ad olio incastonate in fessure strette e profonde di questa grotta.
Ed accanto ad alcune lampade furono ritrovati dei teschi. Ecco il segno della pratica della negromanzia nella grotta. I membri di questa setta tentavano di parlare, di mettersi in contatto con i morti e le fiamme, prodotte dalle lampade, venivano interpretate a seconda della forma presa. La Grotta di Te’omim è, per gli esperti, l’ “oracolo dei morti“