Conti correnti, l’allarme della Banca d’Italia: sta per arrivare la catastrofe I Cosa sta per succedere ai risparmi: è panico

Potrebbe arrivare una catastrofe anche sugli investimenti degli italiani: hanno scelto i titoli sbagliati, non hanno valutato i rischi che si corrono

La situazione economica italiana è preoccupante, e di ciò ne siamo tutti al corrente. Gli stipendi sono stazionari, ma il costo della vita è schizzato alle stelle. La BCE ha già confermato un altro rialzo dei tassi di interesse anche a luglio, e i risparmi degli italiani sono ormai finiti.

In questi mesi con il raddoppio delle rate dei mutui per via degli interessi in aumento, i cittadini si sono trovati a tagliare diverse spese e a far prelievi dai risparmi. Questa situazione non sta cambiando, nonostante la speranza degli italiani era quella di stringere i denti in attesa di un miglioramento.

Con questa stasi il banco dei pegni ha segnato in un solo anno, dal 2022 al 2023, un incremento di richieste del 95%: chiaro segnale che molte famiglie purtroppo non hanno più niente.

Attenzione a come investite i vostri soldi: Banca d’Italia fa scattare il campanello d’allarme, rischiano tanti italiani

Dall’altra parte c’è chi per salvare qualche soldo e avere un po’ di liquidità ha deciso di investire in titoli di debito. Ma cosa sono? Si tratta di titoli che attribuiscono al possessore il diritto a ricevere liquidità, senza attribuire il diritto di partecipazione diretto o indiretto (per esempio le obbligazioni emesse da enti pubblici).

Tali investimenti vengono definiti “complessi” perché hanno una struttura tale da rendere difficile per il cliente la comprensione del rischio connesso all’operazione. Secondo i dati le famiglie italiane detengono circa 52 miliardi di «titoli di debito complessi» in crescita di 11 miliardi rispetto al 2021 (una crescita enorme considerando il tempo ristretto).

Cosa si rischia a investire soldi in titoli di debito complessi: potreste perdere tutto

Si tratta di titoli, rileva la Banca d’Italia, come i certificates che espongono il possessore “al rischio di perdite significative”. Così si legge in questi giorni in una diffusa da Palazzo Koch nella quale si ricorda che l’istituto centrale ha il potere di intervento sui prodotti. Banca d’Italia ha così iniziato a far scattare il campanello d’allarme tentando di evitare una possibile catastrofe sul finale.

A fare il pieno dei titoli più rischiosi sono stati gli investitori al dettaglio che però non hanno garanzie per affrontare un investimento così rischioso, perché allora l’hanno fatto? Perché sul momento conviene ma non viene fatto un giusto studio sui rischi a lungo termine. Il primo down è del fondo pensioni della Tigros che ha visto ben 16 miliardi di franchi di bond sparire dalle tasche degli investitori senza alcun risarcimento.

A fare le spese sono sempre gli obbligazionisti: la caratteristica di queste obbligazioni subordinate infatti è proprio questa, se qualcosa va male, tutti devono rimetterci i soldi. Al momento per quanto riguarda l’Italia non è ancora stata fatta una vera e propria stima delle perdite ma sarebbero tantissime le famiglie a patirne.