Apple, trapela un grosso indizio sul futuro delle app per iPhone I Niente sarà più come prima
E’ da poco, anzi, pochissimo terminata la WWDC 23, l’annuale conferenza Apple che si tiene all’Apple Park di Cupertino.
Da questa, c’è da dire che son venuti, magicamente, fuori i nuovi MacBook Air 15” già ordinabili ed acquistabili presso gli store fisici e all’interno di quello online dell’azienda. E, poi, il cilindro magico della società fondata da Steve Jobs ha fatto sì che venissero estratti anche gli Apple Vision Pro, ovvero i primi Visori per la realtà mista di Apple.
Ovviamente, non ci sono stati solo dispositivi. Tra tutte le novità in programma, ci sono anche tutti quelli che saranno i futuri sistemi operativi dell’azienda. Il più atteso, però, era sicuramente iOS 17 che, in autunno, rappresenterà il binomio perfetto con iPhone 15. Il sistema operativo degli iPhone è già disponibile in versione beta per gli sviluppatori.
E tra pochissimo, a luglio, sarà disponibile anche la versione beta per tutti gli utenti. Tra le tante nuove funzionalità previste dalla nuova versione, è trapelata una notizia che sta facendo saltare di gioia tantissimi utenti. Si tratta di qualcosa di mai visto su iPhone che da un vero e pieno senso di libertà, tanto agognata.
Inoltre, questa che è una novità per Apple, per Android, invece, è diventata, ormai, la normalità più assoluta. E molti utenti hanno abbandonato gli iPhone proprio per queste restrizioni che hanno incontrato il parere negativo anche dell’Unione Europea. Vediamo, insieme, questo cambiamento da vicino.
Apple: sideloading sempre più vicino? Ecco gli indizi sul futuro.
Ebbene sì, il sideloading, ovvero, la possibilità di scaricare applicazioni da store di terze parti, potrebbe diventare finalmente realtà anche per tutti gli utenti della Società di Cupertino. Fino ad ora, Apple vietava questa pratica che rappresenta una potenziale minaccia alla privacy e alla sicurezza di smartphone ed utenti.
Molte App, infatti, scaricabili in store estranei, sono proprio quelle che sono state cacciate vie, espulse da Apple dal suo App Store perché contenenti minacce, malware. Inoltre, questa pratica non è affatto remunerativa per la società fondata da Steve Jobs. Infatti, Apple acquisisce ben il 30% delle commissioni ricevute dalle aziende che inseriscono le loro applicazioni all’interno dell’App Store.
Al momento, però, tutti gli sviluppatori che, in questi giorni che seguono la WWDC 23, stanno testando la nuova versione del sistema operativo iOS, non hanno trovato alcun accenno, benché minimo, di questa straordinaria possibilità. Si spera, pertanto, che, col passare del tempo, Apple possa implementare questa tanto desiderata funzionalità.