I danni dell’utilizzo di smartphone e pc sono tanti e anche importanti ma non se ne parla perché purtroppo sono gli strumenti che utilizziamo di più
Si parla tanto di tumori perché è la malattia dell’epoca ma non dei danni che smartphone e pc stanno creando. Le radiazioni non sono l’unico problema. I nuovi dispositivi hanno livelli inferiori per quanto riguarda le emissioni di radiazioni, ma considerando che siamo soliti utilizzarli quotidianamente, è sicuramente impossibile ignorarne i danni.
Però, oltre al problema delle radiazioni e ai relativi tumori, c’è da specificare che esistono altre serie problematiche da considerare di cui non si parla abbastanza. Un recente studio tedesco ha dimostrato come un intervento con terapia cognitivo comportamentale potrebbe limitare il problema di dipendenza da videogiochi e internet (che comprende ovviamente anche tutta la lista infinita di social network).
Gli smartphone è i pc fanno ormai parte della maggior parte del tempo della nostra giornata, sono diventati anche i principali strumenti di comunicazione e relazione tra gli adolescenti, sempre più isolati dietro gli schermi. Ma questa iperconnessione oltre a portare non pochi problemi come squilibri nel sonno o danni alla vista e alla schiena, può portare anche forti dipendenze e una chiusura nei confronti del mondo esterno.
I ragazzi preferiscono rapportarsi all’online rispetto al vivere relazioni reali, amicali, amorose e via discorrendo. Si sta iniziando a discutere sul fatto che questi comportamenti possano essere intesi dalla comunità scientifica come delle vere e proprie dipendenze che sfociano in patologie sulle quali intervenire con strategie terapeutiche mirate.
Con gli ultimi studi l’OMS ha deciso di integrare nella classifica internazionale delle malattie anche quella da dipendenza da videogiochi e da internet.
Adesso bisognerà lavorare sui criteri di diagnosi della dipendenza da questi comportamenti, attraverso nuovi studi e ricerche, in modo da focallizzarsi anche su quali potrebbero essere i relativi trattamenti. Alcuni progetti su trattamenti cognitivo comportamentali hanno per esempio già dimostrato di essere efficaci nella riduzione dei sintomi.
Considerando l’espansione della patologia è importante citarla e fare informazione anche per monitorare gli adolescenti attraverso il comportamento che assumono a scuola e a casa: alcuni atteggiamenti potrebbero dare l’allarme, è bene saperli riconoscere.