Google, con questo trucco traccia qualsiasi cosa fai online e la vende ai pubblicitari I Ecco come difendi la tua privacy
Il metodo funziona anche quando utilizziamo la navigazione in incognito: Google riesce comunque a ricevere i nostri dati attraverso un trucco
Se stai pensando a una teoria cospirazionista sei sulla cattiva strada. Google ottiene i nostri dati attraverso le navigazioni infinite sul web che compiamo quotidianamente attraverso i nostri dispositivi. Nuotiamo in questo mare infinito lasciando tracce di noi così come il nostro corpo rilascia cellule della pelle nel mare.
Questo nuotare in acque sicure, anche con la muta per protezione, non riesce però a nasconderci dai radar. Google è più intelligente e riesce comunque a ottenere i nostri dati. Non si tratta di una nuova fake news complottista, si tratta di marketing e business da miliardi.
Ad oggi il web continua ad essere gratuito ma guadagna in due modi: attraverso la nostra attenzione e con i nostri dati. In sostanza siamo noi con le nostre identità e il nostro tempo speso a far guadagnare montagne di soldi alle multinazionali. È questo il prezzo dell’informazione e dell’intrattenimento gratuito. Un prezzo molto più costoso di alcune decine di euro al mese degli abbonamenti dei giornali.
Google ruba i dati? Ecco come fa il colosso a ricevere i nostri dati attraverso le navigazioni
Google è a conoscenza di tutto questo. Ma allora come renderlo legale? Con un trucco che sfugge ogni tecnologia. I font. Google dà il permesso a milioni di siti di ‘abbellirsi’ grazie ai font gratuiti da lui ceduti, ma come tutte le cose gratis, anche questa non è realmente gratuita.
Quando ci regalano qualcosa dovremmo sempre chiederci cos’è che ci stanno sottraendo di nascosto in cambio. La pubblicità? L’attenzione? Il tranello c’è sicuramente. In questo caso Google regala i font ma attraverso questi ultimi riesce a ricevere i dati degli utenti che visitano quei siti.
Il metodo per tutelarsi dai font gratuiti di Google
Come tutelarsi da queste strategie? In realtà è quasi impossibile. Questo perché anche con la navigazione in incognita il colosso riuscirebbe comunque a ottenere dati. Questi ultimi vengono poi rivenduti a terzi per le campagne pubblicitarie (motivo per cui le pubblicità che ci appaiono nei siti sembrano fatte apposta per noi).
Al momento solo Firefox ha uno strumento capace di filtrare i font in modo da far evitare la navigazione sui siti che utilizzano i font gratuiti di Google, ma c’è un metodo universale per salvarsi. Si dovrebbe scaricare un’app che si chiama Stopthefonts che blocca i font con i codici di tracciamento incorporati: la momento è questa l’unica soluzione per uscire dal tranello (anche se probabilmente è già troppo tardi, nel senso che Google ha potuto raccogliere dati nelle navigazioni precedenti).