Brutte, anzi bruttissime notizie per tutti i cittadini a livello globale sono arrivate proprio in questi giorni direttamente dalla Nasa.
Le notizie riguardano gli Asteroidi, quei corpi celesti simili a Pianeti come la Terra e che un astronomo italiano nel 1801 ha scoperto per la prima volta. Ultimamente, proprio la Nasa (National Aeronautics and Space Administration), l’Agenzia Governativa degli Stati Uniti d’America che cura la ricerca ed il programma aerospaziale americano, aveva fatto tirare a tutti un sospiro di sollievo.
Ciò a riguardo di uno dei tanti Asteroidi che vagano per l’intero Universo. Stiamo parlando di 2023 DZ2, un corpo celeste enorme, delle dimensioni del Colosseo. Questo farà visita alla Terra il 27 marzo e passerà proprio tra il nostro pianeta e il suo satellite, la Luna. Ma era un altro suo passaggio a preoccupare. Quello del 26 marzo 2026.
Infatti, in quella data c’erano probabilità, benché minime, di un suo impatto con la Terra. Ma nuovi studi hanno scongiurato questo pericolo e hanno rimosso l’Asteroide dalla lista di quelle più rischiosi. Ma dopo la bella notizia è arrivata quella cattiva, anzi pessima. C’è uno studio, infatti, che preoccupa e non poco tutti, ma proprio tutto.
I ricercatori del Goddard Space Flight Center, proprio della Nasa, hanno presentato lo studio ed i risultati alla “Lunar and Planetary Science Conference 2023” che è avvenuta dal 13 al 17 marzo negli Stati Uniti, in Texas per la precisione. E le preoccupazioni per prossimi, futuri impatti si sono nuovamente acuite.
E gli esiti di questi impatti sarebbero praticamente devastanti. Nello studio, si parla, infatti, di grandi asteroidi il cui impatto con la Terra potrebbe apportare devastazione, morte e carestia. Ovviamente, ad essere interessate dalla distruzione totale sarebbero quelle aree in cui avverrebbe l’impatto. Ma le conseguenze si farebbero sentire in tutto il globo.
La convinzione precedente, secondo la quale gli impatti sarebbero poco probabili, è dovuta dal fatto che molti crateri da impatto sono stati, nel tempo, cancellati da tutta una serie di eventi atmosferici. Si pensa, infatti, che il cratere da impatto rinvenuto in Kazakistan, largo circa 14 chilometri e formatosi dopo un impatto di un asteroide di circa 300 metri, sia addirittura molto più ampio. Dovrebbe attestarsi intorno ai 30 chilometri questa depressione rinvenute sul suolo.
In pratica, oltre a ridefinire i confini di queste depressioni dovute agli impatti, i ricercatori hanno studiato anche la frequenza di questi eventi avversi. Inoltre, da questi dati si evince che l’esplosione causata sia dieci volte più forte di quella di un ordigno nucleare. Alcuni sono scettici riguardo questo studio. Staremo a vedere, forse.