La vita aliena sugli esopianeti si trova qui: la scoperta rivoluzionaria dell’Università della California
Le scoperte scientifiche sono all’ordine del giorno, soprattutto quelle che riguardano l’astronomia in generale e i nuovi pianeti.
Stiamo parlando degli esopianeti, ovvero di quei pianeti che non fanno parte del nostro sistema solare. Questi pianeti, come la Terra ed i suoi “fratelli”, orbitano attorno alla loro stella. E pensate che ne sono stati scoperti numerosissimi. Tra i primi Pianeti ad essere scoperti, nel lontano 1995, c’è 51 Pegasi B, conosciuto anche con il nome di Bellerophon.
I due scienziati protagonisti sono Michel Mayor e Didier Queloz. Ma i primi ad essere scoperti sono stati tre esopianeti, Draugr, Poltergeist e Fobetore, che ruotano intorno alla Pulsar, Lich. Da quel momento le ricerche di altri pianeti non si sono arrestate neanche per un solo secondo. E, ad oggi, si contano oltre 5 mila pianeti extrasolari in quasi 4 mila sistemi planetari.
Un numero davvero eccezionale. E ce ne sono ancora tantissimi altri in fase di studio. Stiamo parlando di un numero che si aggira intorno alle 3 mila unità. Per la maggior parte si tratta di Pianeti gassosi. Sono pochi quelli rocciosi simili alla Terra. Ciò perché le attuali tecnologie non sono ancora in grado di scovare pianeti del secondo tipo.
Nonostante ciò, gli studi su questi esopianeti sono numerosi e tutti volti a trovare possibili tracce di vita aliena. E sembra che i risultati siano arrivati. Possiamo dire che sono davvero incoraggianti. Infatti, dovete sapere che ogni scoperta genera numerosi nuovi studi e ricerche. In questo articolo vi racconteremo l’ultima scoperta avvenuta poco tempo fa.
La vita sugli esopianeti si trova in una zona specifica: in altre zone è completamente assente.
Dagli Stati Uniti, precisamente dall’Università della California, arriva una nuova e sorprendente scoperta che riguarda la vita sugli esopianeti. Dovete sapere che questi, mostrano sempre una sola faccia alla propria stella. Un po’ come la Luna. In pratica si va a formare una linea di demarcazione tra le zone d’ombra e le zone illuminate dalla loro stella.
Questa si chiama “linea del terminatore“. Va da sé che le zone esposte ai raggi della stella di riferimento, siano caldissime, mentre quelle sempre in ombra abbiano temperature gelide. E la vita potrebbe fiorire proprio sulla linea di demarcazione tra le due zone, quella notturna e quella piena di luce, di questi esopianeti. Una scoperta davvero sensazionale che consente ricerche mirate da parte degli astronomi impegnati negli studi.
In pratica, nel caso di esopianeti che mostrano sempre la stessa faccia alla loro stella, anche la presenza di acqua si limiterebbe lungo la linea del terminatore. Ciò perché se ci fosse presenza d’acqua nella parte esposta sempre alla stella, questa evaporerebbe. Nel caso inverso, quindi nella zona notturna, questa sarebbe perennemente ghiacciata. Mentre le temperature lungo questa linea di demarcazioni sono più miti e favorirebbero la presenza dell’acqua e la fioritura della vita.