Siti pornografici, non li vedrai più: sono fuori legge I Una norma li farà chiudere tutti
L’industria del porno non ha mai conosciuto difficoltà in questi anni, nonostante la pandemia e la crisi che attanaglia il mondo intero.
Anzi, è lecito sostenere che proprio la pandemia abbia dato il la a una nuova impennata di visualizzazioni. Queste interessano tutti i siti porno presenti in internet. Pensate che prima della pandemia uno solo di questi siti, nella fattispecie Pornhub, ha generato un traffico di 115 milioni di visite al giorno.
Il totale annuo del 2019 si attesta a ben 42 miliardi di visite. Numeri impressionanti se pensiamo che sono relativi solo a uno dei siti internet di questo universo vietato ai minori di 18 anni. Pensate, allora, quanto vale questo business, questa industria. Alcuni dei maggiori siti fanno capo ad una sola azienda: la MindGeek.
Certo, non è tutto rose e fiori. Molti contenuti, infatti, hanno al loro interno persone che non hanno mostrato il consenso alle riprese e men che meno alla pubblicazione. Così, l’azienda ha dovuto fare un enorme lavoro di cancellazione di tali contenuti dalla fine del 2020. E, adesso, chiede a chiunque appaia in un video di verificare la propria identità.
Altrimenti il video non viene pubblicato. Ciò proprio in virtù del fatto che spesso ci sono stati contenuti che riprendevano vittime inconsapevoli. Detto ciò, sta prendendo piede un’altra triste possibilità per questa tipologia di siti internet e per tutti gli abituali frequentatori. In questo articolo capiremo cosa sta accadendo e quali saranno le conseguenze.
Nuove norme faranno chiudere tutti i siti web.
In realtà si tratta di una sola norma, ma è chiara e precisa nell’identificare tutti i siti pornografici e l’intera industria del porno, come i responsabili principali strumenti di istigazione alla prostituzione. Sì, avete capito benissimo. Ma non è la sola accusa mossa nei loro confronti. C’è anche altro, anche se è strettamente legato ad essa.
Facciamo chiarezza. La normativa in questione è la SETA/FOSTA. Questi acronimi stanno per Stop Enabling Sex Traffickers Act la prima, mentre la seconda sta per Fight Online Sex Trafficking Act. Oltre l’accusa di favoreggiamento alla prostituzione e l’addossamento delle responsabilità stesse agli utenti per ciò che pubblicano e per i loro comportamenti, in questa normativa è stato inserito anche altro.
E ciò riguarda i pagamenti effettuati su queste piattaforme pornografiche. Infatti, società come PayPal, Visa, Mastercard non permettono più di effettuare transazioni. In pratica, questi siti sono diventati fuorilegge e, man mano che passa il tempo, andranno sempre più scomparendo. Chiuderanno tutti, con buona pace dei frequentatori abituali.