Qualsiasi sia la scoperta scientifica, questa fa scaturire negli animi sia degli scienziati che degli appassionati un alto grado di stupore.
Certo, ce ne sono alcune che generano meraviglia più di altre. E le motivazioni sono le più svariate. Poi ci sono quelle davvero importantissime che riguardano la possibilità del ritrovamento della vita su pianeti appena conosciuti e, anche, su quelli ignorati fino ad un determinato momento. Altri studi, poi, fanno sì che si scoprano nuove specie animali e vegetali.
Insomma, sono davvero tantissimi gli studi scientifici che mirano al ritrovamento di nuove specie, di vita “aliena“. Poi, ci sono le scoperte archeologiche che permettono di scoprire città antiche perdute, monumenti che, ormai, si pensavano distrutti dal tempo e dal lavoro dell’uomo. Ciò che, però, desta maggiore stupore sono i ritrovamenti fossili.
Questi possono essere si di dinosauri, di volatili, di pesci. Quel che è certo, però, è che ogni scoperta porta una piacevole conseguenza. Questa è la voglia dei ricercatori di continuare gli studi per scoprire sempre qualcosa di nuovo. Nasce la voglia di donare all’umanità intera una quantità sempre maggiore di fonti di sapere, di conoscenza.
Possiamo dire, con certezza, senza timore alcuni di commettere errore alcuno, che anche la scoperta di cui vi parleremo in questo articolo segue la direzione appena menzionata. La voglia di conoscere degli esseri umani li spinge a studiare in fondo ciò che li appassiona. pronti a scoprire cosa lo studio in questione ci ha regalato?
Viveva sul nostro pianeta circa 360 milioni di anni fa. Per la precisione, questo gigantesco pesce nuotava negli Oceani che ricoprivano quella porzione di Terra che ora possiamo identificare con gli Stati Uniti d’America. La scoperta di questo enorme pesce è stata fatta nel Lago Erie, vicino alla città di Cleveland, nello Stato dell’Ohio.
Stiamo parlando del Dunkleosteus Terrelli, un pesce preistorico dall’aspetto davvero terrificante e dal morso più potente al mondo. Pensate che uno scatto della sua mascella poteva operare una forza pari a quasi 4 tonnellate. Ad un primo sguardo si è pensato che questo potesse avere una lunghezza di circa 9 metri. Ma grazie a studi più approfonditi, gli scienziati hanno stabilito che la sua lunghezza era di circa 4 metri. A questa conclusione, in realtà, è arrivato un dottorando dell’Università di Cleveland.
Questi dopo aver visto un teschio dell’animale al Cleveland Museum of Natural History lo ha studiato a fondo ed è giunto alla conclusione che fosse meno grande rispetto ai 9 metri pensati in precedenza. Poi, è giunto alla conclusione che questo pesce è giunto sino a oggi grazie alla conformazione proprio del suo cranio. Infatti, questo conteneva sia ossa che cartilagine, mentre i crani dei pesci che tutti conosciamo contengono o le une o l’altra.