Spid, non è sicura: l’ammissione choc del ministro I Ecco perché dovresti fare subito questo passaggio
Nel contesto di digitalizzazione del Paese, al momento, l’Italia è in una posizione di limbo rispetto alle altre Nazioni Europee.
Certo, c’è stato un balzo in avanti di ben due posizioni negli ultimi tempi, ma siamo sempre nei pressi degli ultimi posti in una classifica che include 27 Paesi. Siamo al 18° posto. Beh, direte che è sempre meglio occupare questa posizione e non la numero venti come qualche tempo fa. E questa è una asserzione che può trovare proseliti.
Ma c’è da fare di più, molto di più. Ed in questo senso vanno le operazioni di cablaggio del Paese che hanno subito un enorme ritardo. Le previsioni parlavano del cablaggio totale entro il 2026, ma è più realistico pensare che il raggiungimento di questo obiettivo avvenga non prima del 2030. E questi ritardi sono dovuti anche ai bandi sbagliati.
Si, avete capito bene. Sono stati sbagliati i bandi per l’assegnazione dei lavori di cablaggio. Altro problema da risolvere è la formazione digitale nella Pubblica Amministrazione dovuta a dipendenti alle soglie della pensione che non si entusiasmano facilmente alla vista di corsi di formazione. Per digitalizzare, poi, il Paese bisogna prima semplificare tutte le procedure amministrative.
Per realizzare tutto ciò, c’è bisogno di arrivare ad un testo unico sull’innovazione che comprenda tutti i testi delle leggi emanate in tal senso sino ad ora. E, poi, c’è la questione cittadini. Bisogna far capire loro che digitalizzare è importantissimo. Infine, bisogna chiarire la posizione degli strumenti di riconoscimento digitale. Oggi ce ne sono ben tre in Italia, ma uno è meno scuro degli altri. In questo articolo capiremo di quale si tratta e perché.
SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale non è affatto sicuro.
A sostenerlo è il Sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti. Per capire le motivazioni bisogna fare una premessa. Nel nostro Paese esistono la Carta di identità elettronica (CIE), la Carta Nazionale dei Servizi (CNS) e il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID). La prima, il documento di identità in formato elettronico, consente l’accesso facile e rapido ai servizi online della Pubblica Amministrazione ed è rilasciata dal Ministero dell’Interno.
La seconda, la CNS, è rilasciata dalle Camere di Commercio ed è un dispositivo che consente la certificazione di un utente che ricopre cariche aziendali di firmare documenti in rete ed accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione. Anche lo SPID consente le medesime opportunità e funzionalità, ma a differenza delle prime due, non è rilasciato dal Governo o da altri Enti Pubblici, ma è offerto da provider privati.
E questo è uno dei motivi per cui è più sicura la CIE che lo SPID. Inoltre, l’Unione Europea per l’identità elettronica richiede un processo di sicurezza di livello 3. E secondo questi standard europei, l’unico strumento in grado di avere questi livelli di sicurezza è la Carta di Identità Elettronica. Con buona pace dei sostenitori di SPID.