Blocco del conto corrente, sta succedendo a tanti I Ecco perché e cosa devi fare subito
Quello che impaurisce moltissimo tutti i cittadini sta accadendo a tantissimi e sta seminando ulteriormente il panico.
Infatti, sono sempre più gli utenti a cui viene bloccato il proprio conto corrente. Sono tantissime le motivazioni per cui il conto viene bloccato dalla banca ed ognuna di queste ha tempi più o meno lunghi per porvi rimedio. Il blocco può, in rari casi, essere imposto in via cautelativa, ma, di solito, c’è una legge che regola ciò.
In questo articolo cercheremo di capire le varie motivazioni del blocco e i procedimenti da seguire per sbrogliare la matassa. Sappiamo che quando accade una cos del genere è molto fastidioso, ma c’è la possibilità di presentare ricordo. Certo, questo è possibile solo in alcuni casi. Ma questa guida punta a darvi ampia informazione di ciò che si può fare.
Blocco del conto corrente e misure per porvi rimedio.
Partiamo subito dal blocco cautelativo. Questo avviene quando la banca ritiene sospetti alcuni movimenti, alcune operazioni. Ciò capita soprattutto per quanto riguarda l’home banking. In questo caso l’utente, quando comprende di non poter più accedere, potrà contattare la banca e ripristinare la situazione. Ma ci sono alcune volte che è più difficile ripristinare il tutto.
La Banca può bloccare il conto per inadempienza dell’utente, ovvero quando ci sono scoperti. Ma può farlo anche per la questione dell’antiriciclaggio. L’utente, infatti deve compilare un questionario su antiriciclaggio, ma se non lo consegna entro 60 giorni vedrà il conto bloccato. Potrà essere ripristinato una volta consegnato il questionario. Caso diverso è quello del pignoramento.
Questo può avvenire da parte dell’Agenzia delle Entrate o da parte di un creditore privato. Nel primo caso l’Agenzia delle Entrate può chiedere il blocco per una cifra parti al 150% del debito contratto. L’utente ha, poi, 60 giorni per saldare il debito in un’unica soluzione o attraverso il pagamento a rate. Scaduto il termine dei 60 giorni, senza una risposta del correntista, la Banca, al 61° giorno, versa la somma richiesta all’Agenzia delle Entrate.
Pignoramento del conto da un creditore privato e ricorso d’urgenza.
Quando, invece, il conto viene pignorato da un creditore privato, questi può avvalersi solo del quinto dello stipendio, dal momento della notifica. Mentre, quando si parla di ciò che era presente sul conto prima della notifica, si potrà prelevare denaro sino ad un massimo di 1510 euro. In alternativa, c’è la conversione del pagamento che può essere richiesta dal debitore. In questo modo il giudice esonererà il conto corrente dalla pratica del pignoramento poiché il debitore si impegna a pagare il debito in altro modo.
Infine, c’è il ricorso d’urgenza. Questo è garantito dall’art. 700 del Codice di Procedura civile. Ciò può avvenire nel momento in cui non ci sia una motivazione apparente circa il blocco del conto corrente. Il giudice può concedere il ripristino del conto per proteggere i diritti dell’individuo, sia fondamentali che patrimoniali, e nel momento in cui si debba evitare un ulteriore danno al debitore. Insomma, si può procedere in questo modo per non vedere lesi i propri diritti ad una vita dignitosa.