Quando si parla di obsolescenza programmata si pensa a qualcosa introdotta nei giorni nostri ed invece non c’è nulla di così falso.
Infatti, si è parlato di obsolescenza programmata già all’incirca cento anni fa, quando nel 1924 alcuni produttori di lampadine ne limitarono le ore di utilizzo da 2500 a 1000. Da quel momento in poi, questa pratica alquanto scorretta è stata allargata a numerosi altri prodotti, elettrodomestici in primis. E’ una strategia che accorcia la vita dei prodotti in maniera artificiale.
Ed anche se l’Unione Europea sta cercando in tutti i modi di ridurre e porre un termine a ciò, le aziende, ovviamente, sono restie. Se da un lato, quello dell’Unione Europea, sta cercando di contrastare questa pratica che si può definire illegale in nome dell’impatto ambientale che questa ha, dall’altro lato, le aziende sono restie al cambiamento.
E il motivo è presto detto. Se non ci fosse l’obsolescenza programmata, non ci sarebbe domanda e, di conseguenza, la gente non acquisterebbe nuovi prodotti con estrema velocità. Ovviamente, fanno parte di questo progetto delle Aziende anche la quasi impossibilità di reperire pezzi di ricambio e le riparazioni a prezzi folli. Tutto ciò, ovviamente, spinge gli utenti all’acquisto di nuovi dispositivi.
Per farvi un esempio, gli elettrodomestici che più sono programmati per l’obsolescenza sono lavatrici e frigoriferi. La loro durata dovrebbe essere all’incirca tra i 10 e i 15 anni, ma molto prima di questi anni iniziano a funzionare male e questi malfunzionamenti, uniti all’introvabilità dei pezzi di ricambio, li rendono da buttare e sostituire. Ma c’è la possibilità di combattere e battere questo sistema e noi ve la proporremo in questo articolo.
In realtà più che a portata di mano, la soluzione è offerta su un piatto d’argento dall’Unione Europea che, come abbiamo già accennato, è impegnato anima e corpo in questa battaglia. Visto che non sono bastate le varie multe alle aziende, dal 2017 il Parlamento Europeo si è impegnato a contrastare questa pratica nociva sia per i cittadini che per l’ambiente.
E nel 2020 ha approvato una direttiva a favore del “diritto di riparazione“, divenuta un regolamento nel 2021. Alla fine del 2022 è entrata in vigore una nuova normativa di contrasto all’obsolescenza programmata. Tale norma prevede che le aziende dovranno adeguarsi a costruire dispositivi che durino molto più a lungo.
Inoltre, devono essere riparabili in maniera facile e chi sostituisce i pezzi logorati con quelli di ricambio dovranno avere la possibilità di farlo facilmente. Seguendo il modello francese, poi, l’Unione Europea ha intenzione di inserire una normativa ad hoc circa il diritto e la facilità di riparazione degli elettrodomestici. Imporrà di inserire in etichetta anche il loro grado di riparabilità. Ecco la soluzione a portata di mano.