Giorni della merla: perché sono chiamati così i giorni più freddi dell’anno? Cosa c’è dietro l’origine del nome
I Giorni della Merla sono quelli che, sin da quando siamo nati, ci hanno raccontato essere i giorni più freddi dell’anno.
Questi, secondo la maggior parte delle credenze popolari, coincidono con gli ultimi tre giorni di gennaio. Altri, invece, sostengono che siano sì compresi i giorni di gennaio, ma solo gli ultimi due, in aggiunta al primo o ai primi due giorni di febbraio. E il 2 febbraio, poi, coincide con un’altra tappa importante, ossia la Candelora, anch’essa protagonista di detti e leggende, soprattutto a sfondo meteorologico. Secondo la maggior parte delle tradizioni popolari e contadine italiane, dal giorno di Candelora, si inizia a salutare l’inverno.
Ma se durante questo giorno dovesse essere maltempo o anche solo ventoso, l’inverno continuerà a farla da padrone. Molti, poi, secondo le condizioni meteorologiche di questa giornata, predicono ancora come sarà la primavera successiva. E questa sarà calda se il 2 febbraio è freddo e viceversa. Insomma, sono molte le credenze popolari, senza basi scientifiche su questo giorno. E senza basi né studi scientifici sono stati proclamati “I Giorni della Merla” quelli di cui abbiamo detto in precedenza. Ma sulla base di cosa si ha questa tradizione? Da dove nasce
Tante leggende e protagonisti diversi alla base di questa credenza popolare.
Sono diverse le leggende a riguardo. Noi ve ne proporremo quattro, anche se una di queste risulta essere una variante di un’altra. La prima leggenda ha come protagonista il fiume Po, in un periodo in cui era talmente ghiacciato per le rigide temperature che si poteva percorrere a piedi. E, proprio grazie alla condizione del fiume, fu possibile portare da una sponda all’altra, un pesantissimo cannone di ghisa che si chiamava “Merla“.
A Lodi, invece, è collocata la seconda leggenda. Qui, durante i “Giorni della Merla” si è soliti dividersi in due gruppi che si mettono ognuno su una sponda diverse del fiume Adda. E questi due gruppi iniziano a chiamarsi l’un l’altro gridando. In questo modo si celebra la leggenda che vende protagonista una donna dell’alta aristocrazia di cognome “De Merli” e suo marito. Si narra che questa, per raggiungere la sua dolce metà abbia attraversato il fiume Adda ghiacciato, chiamandosi a vicenda a gran voce con suo marito.
Da leggende con protagonisti fiumi, cannoni ed essere umani a leggende su volatili bianchi, poi neri.
Tra queste c’è la leggenda più popolare relativa a questi giorni. E’ la leggenda relativa ad una merla e al suo litigio con il mese di gennaio. Dovete sapere, innanzitutto, che all’epoca i merli avevano piume di un colore bianco candido, non come ora ed il mese di gennaio aveva soltanto 28 giorni. Poiché gennaio era sempre molto gelido, la merla decise di fare provviste per tutto il mese. Così, questo uccello, fiero di sé, decise di uscire allo scoperto per prendersi gioco del mese cattivo.
Di contro, gennaio si fece prestare tre giorni dal suo successore, febbraio, per far si che il freddo continuasse e si inasprisse addirittura. Alla povera merla non restava altro che rifugiarsi in un comignolo. Quando questi tre ulteriori giorni finirono, la merla uscì fuori dal comignolo e tutti si accorsero che le sue piume avevano cambiato colore. Da bianche erano diventate nere. Finale simile, ma storia un po’ diversa è quella che si racconta in Campania.
Si narra, infatti, che in questi giorni gelidi, il papà merlo uscì dal nido situato vicino ad un comignolo lasciando la sua famiglia con mamma e figli all’interno. Uscì per procacciare il cibo per sopravvivere insieme alla sua famiglia. Quando ritornò, ecco che la sua famiglia aveva cambiato colore a causa della fuliggine tanto che lui fece fatica a riconoscerli. Da quel momento in poi, nacquero solo merli neri. Ecco alcune delle leggende che si narrano in giro per l’Italia circa la nascita dei “Giorni della Merla“. Ce ne sono ancora tantissime da leggere ed ascoltare, sempre legate al nostro mondo arcaico e contadino. Basta essere un po’ curiosi, documentarsi e godere di questo nostro fantastico patrimonio.