Il metodo geniale trovato dagli scienziati per scoprire le astronavi aliene I La risposta è nei buchi neri
I buchi neri sono tali perché neanche la luce riesce a sfuggirgli, questi oggetti infatti la ingoiano. Nuove le ipotesi in merito alla possibilità di trovare oggetti nello spazio non appartenenti al suolo terrestre: gli studi vanno avanti ma è difficile dare conclusioni senza abbastanza dati empirici.
Quando si parla di spazio e ancora più in generale di vita aliena, ovvero non-umana, si pensa sempre si faccia riferimento alla fantascienza, eppure gli studi vanno avanti da tempo perché gli scienziati hanno iniziato a spostarsi dalle teorie omo-centriche, sviluppando studi che potessero vedere l’universo come un’immensità nella quale è lecito ipotizzare la presenza di diverse realtà differenti dalla vita presente sul pianeta terra, probabilmente anche impercettibili con i nostri 5 sensi.
Oltre agli studi sulle presenze di vita differenti, gli scienziati portano avanti progressi anche per quanto riguarda i buchi neri, che fino a poco tempo fa rimanevano una grande incognita anche per la Nasa. Ora, in merito, un gruppo di ricercatori si è lasciato trasportare dalla fantasia affermando che sarebbe possibile con strumenti avanzati rilevare le onde gravitazionali emesse dall’accelerazione di un enorme veicolo spaziale alieno, anche a una frazione della velocità della luce, ma come?
Rilevare possibili navicelle spaziali in giro per l’universo? Il folle studio ha portato a delle prime risposte
I buchi neri si definiscono tali perché risucchiano e ingoiano tutto ciò che incontrano, e una volta finiti lì dentro non è possibile far ritorno, motivo per cui hanno ispirato da sempre centinaia di film di fantascienza e arricchito quel tipo di immaginario. Uno dei più importanti rilevatori di onde gravitazionali sulla Terra è il LIGO (Laser Interferometer Gravitational Wave Observatory). Esso potrebbe essere la chiave per trovare la vita aliena in un modo totalmente nuovo.
“La capacità di LIGO di rilevare le onde gravitazionali da sorgenti astrofisiche in accelerazione, come i buchi neri binari, offre anche il potenziale per rilevare la mega-tecnologia extraterrestre, come i veicoli spaziali ad accelerazione rapida e/o massiccia”, è stato scritto dai ricercatori sulla pubblicazione, riferendosi sia ai nostri strumenti che a quelli delle ipotetiche entità presenti nello spazio.
Per essere rilevato, il velivolo dovrebbe trovarsi entro 326.000 anni luce dalla Terra e il raggio di analisi sarebbe estremamente ampio, molto di più di quello usato di solito per “ascoltare” eventuali segnali che vengono dalla galassia. Tutto ciò non garantisce ancora la presenza di vita nello spazio, ma è un’ipotesi che gli scienziati continueranno ad approfondire.