Considera l’aragosta: anche loro (e i molluschi) hanno sentimenti I La conferma della scienza ti rattrista il Cenone
Le festività natalizie, oltre a rallegrare con le loro lucine e le riunioni con familiari ed amici, portano anche dei dilemmi.
Due sono quelli più importanti. Il primo riguarda i regali da acquistare per portarli in dono ad amici e persone care. La scelta è lunga e difficile e, a volte, ci si riduce all’ultimo. L’altro dilemma riguarda la cucina. In questo caso, però, non ci si riduce mai all’ultimo. Le donne di casa pensano ai menù anche alcune, se non molte, settimane prima. Ci si confronta su quali pietanze preparare, sugli acquisti da fare e su come presentare ed addobbare la tavola alla quale siederanno tutti gli invitati.
E così, si parte alla scrittura dei menù. Si, dei menù non del menù. Questi, infatti, sono tanti. Dalla Vigilia di Natale al Cenone di Capodanno per aspettare la mezzanotte. Frutti di mare, calamari, polpi, aragoste, astici, gamberoni fanno parte di una lista infinita di animaletti che vengono utilizzati durante i cenoni. Ed è proprio di questi che vogliamo parlare in questo articoli. Soprattutto delle loro caratteristiche che sono sconosciute alla maggior parte delle persone e che, siamo sicuri, cambieranno, per molte persone, il modo di considerarli.
Polpi, molluschi ed aragoste, ma non solo, provano dei sentimenti ed anche il dolore fisico.
Lo sappiamo, questa notizia vi stravolgerà la vita e soprattutto il modo di intendere i cenoni. C’è uno studio in proposito che attesta questa conclusione. Crostacei e molluschi hanno sentimenti. Gli scienziati che hanno fatto questa ricerca appartengono alla London School of Economics and Political Science.
E questi ricercatori hanno scoperto che questi animali marina oltre gioia, paura, agitazione, provano anche dolore fisico. Sconvolgente, vero? Ma non solo. Hanno anche un’altra percezione molto simile alla nostra. Infatti, sentono caldo e sentono freddo. Proprio come noi umani. Detto questo, crediamo che, ovviamente, questa notizia cambierà il modo di trattare questi crostacei in cucina. E il motivo è soltanto uno. Fino ad ora nessuno credeva potessero provare anche dolore.
Pensiamo allo stress a cui sono sottoposti partendo dai viaggi che devono fare per arrivare ai mercati, ai negozi e alle nostre tavole. Ed è proprio nelle abitazioni che questi subiscono le peggiori angherie. Una di queste è sicuramente l’immersione in acqua bollente per cucinarli mentre sono ancora vivi. Ma ci sono anche altre pratiche antiche che andrebbero riviste.
Ci vorrebbero delle leggi ad hoc per far si che cambino i trattamenti riservati a crostacei e molluschi. Ovviamente, con questo articolo non vogliamo mettere un veto alla pesca, né vogliamo influire sulle abitudini culinarie di nessuno. Abbiamo solo portato a vostra conoscenza uno studio che ha avuto una risoluzione veloce e semplice.
In questo modo vogliamo soltanto sensibilizzare tutti circa questi animali che sono senzienti e provano le nostre stesse identiche emozioni e, ovviamente, provano dolore fisico. La speranza è che quando vengono acquistati per essere cucinati, questi siano trattati un po’ meglio, nonostante la loro sorte sia quella di morire per essere portati sulle nostre tavole.