Spazio, scoperti due pianeti abitabili a “soli” 16 anni luce da noi I La temperatura è la stessa della Terra
L’Universo, sconfinato ed ancora ampiamente inesplorato, è una delle cose più stupefacenti ed affascinanti mai studiate.
Ogni giorno, infatti, vengono fatte delle scoperte che dire sensazionali è riduttivo. Ogni volta, infatti, che si scopre una nuova stella, un nuovo asteroide, un nuovo sistema solare, un nuovo pianeta, è occasione di festa e, ovviamente, argomento di studio da approfondire. Questo perché ogni volta che gli scienziati ne fanno una, questa darà il via ad ulteriori nuovi studi, a nuove ricerche.
In pratica non ci si ferma mai. La voglia di scoprire nuovi mondi e, magari, nuove forme di vita è sempre crescente. E gli studi dei ricercatori vanno proprio in questo senso. La prima cosa, quella che interessa a tutti è capire se esistono o meno pianeti simili al nostro, in grado di ospitare la vita.
Conosciamo tutti i pianeti del nostro sistema solare: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone. Nel 2006, però, hanno classificato quest’ultimo come pianeta nano. Ma le ricerche vanno oltre. Oltre il nostro sistema solare. Ed oggi vogliamo parlarvi proprio di una scoperta fatta dai ricercatori. Una scoperta sensazionale. Vediamola insieme.
Due eso-pianeti distanti “soltanto” 16 anni luce da noi.
Sono due pianeti che hanno una massa simile a quella del nostro e come la Terra orbitano intorno alla loro stella, la GJ1002, ad una distanza che permette di avere l’acqua allo stato liquido. L’anno di uno dei due pianeti, il GJ1002b dura soltanto dieci giorni mentre quello del secondo pianeta, il GJ1002c, dura un po’ in più. Dura, infatti, 21 giorni.
E con la scoperta di questi due esopianeti, la lista sale a ben sette. Il secondo pianeta menzionato è quello che più si avvicina, per caratteristiche, al nostro. E, come abbiamo accennato prima, ogni scoperta è un incentivo a farne altre. Infatti, gli scienziati non escludono la possibilità di nuove missioni spaziali per ottenere immagini più nitide di questi due esopianeti.
Dal 2017 al 2019 gli scienziati hanno fatto studi in Spagna grazie allo spettrografo Espresso e poi anche sulle Ande in Cile. Qui hanno condotto le ricerche con l’ausilio dello spettrografo Carmenes negli anni successivi sino al 2021. Ma i ricercatori hanno ottenuto riscontri solo grazie alla combinazione dei risultati ottenuti da questi due strumenti che sono state ottenute immagini e dati chiari.
Grazie a questa sovrapposizione di dati e immagini, gli scienziati che in questi anni hanno lavorato alacremente al progetto, hanno chiaramente potuto affermare la loro esistenza e l’effettiva possibilità, per temperatura e composizione della loro atmosfera simile alla nostra amata Terra, che questi possono ospitare la vita.