Robot poliziotto con licenza di uccidere: è tutto vero I La decisione choc negli Stati Uniti: è dotato di esplosivo
La città californiana di San Francisco ha approvato un nuovo disposto che consentirà di dotare di nuove armi comandate i robot poliziotto.
In pratica, la Corte dei supervisori di San Francisco ha votato a favore dell’attribuzione della licenza di uccidere ai robot della polizia. I robot funzionanti in dotazione, al momento, sono una dozzina. Servono in operazioni di ricerca e disinnesco esplosivi e supporto logistico. Ma da sesso in poi, potranno anche essere armati in caso di situazioni pericolose. Le associazioni per i diritti civili e alcuni membri della stessa polizia hanno sollevato molte perplessità riguardo questa decisione.
A settembre scorso, la polizia di San Francisco aveva ottenuto il via libera al monitoraggio in diretta dei circuiti di videosorveglianza privata in caso di necessità. Secondo il supervisore Rafael Mandelman, per sconfiggere il crimine è opportuno che le forze dell’ordine sfruttino tutte le possibilità offerte dalle moderne tecnologie. Ma la rivoluzione in corso nella polizia di San Francisco ha tinte sempre fosche e anomale.
La polizia di San Francisco arruola robot con licenza di uccidere, dotati di esplosivo comandato da remoto.
Con otto voti a favore e tre contrari, la Corte dei supervisori di San Francisco ha approvato la disposizione che autorizza ad attribuire la licenza di uccidere ai robot poliziotto. E’ vero, il loro utilizzo potrà avvenire solo in circostanze estreme e la decisione di ricorrere ai killer robot potrà venire solo dagli ufficiali di grado più alto, ma le polemiche non si sono fatte attendere, finanche da agenti stessi della polizia.
Alcuni dei robot in dotazione, possono salire le scale, sollevare più di 85 libbre, superare i cordoli, sondare situazioni pericolose e auto-raddrizzarsi quando vengono capovolti. Finora sono stati utilizzati per operazioni di ricerca esplosivi, perlustrazione e supporto logistico ma non sono programmati per uccidere. La riprogrammazione ci sarà in caso di necessità e questo avverrà tramite la dotazione di esplosivi controllati a distanza.
Una situazione del genere accade nel 2016 a Boston quando Micah Xavier Johnson, un veterano di guerra in Afghanistan, uccise cinque poliziotti. Dopo la sparatoria si rifugiò armato nel campus di un college e la polizia inviò nell’edificio un robot carico di esplosivo. La polizia comandò l’esplosione a distanza. Si uccise lo stragista e quell’episodio fu il primo caso nella storia americana di uso letale della forza da parte della polizia attraverso un robot. Presto però ce ne potranno essere altri.
La disposizione sui robot killer fa parte del programma di tecnologizzazione che sta interessando la polizia di San Francisco. In quest’ottica rientra un’altra decisione della Corte dei supervisori, che a settembre, come già accennato, ha approvato una normativa grazie alla quale la polizia potrà monitorare anche le telecamere di videosorveglianza private per rispondere a un’emergenza potenzialmente letale.
Le associazioni dei commercianti sono super felici della nuova disposizione, ma le organizzazioni per i diritti civili e alcuni supervisori hanno denunciato il pericolo derivante della norma. Essa rischia di portare a intrusioni nella privacy della cittadinanza. Ma non solo violazione della privacy, infatti. L’Ufficio del difensore civico a San Francisco, sostiene che dare alla polizia la possibilità di uccidere esseri umani da remoto non va assolutamente di pari passo allo spirito progressista della città.