Tim toglie le frequenze per risparmiare, le tariffe aumentano | A perderci è sempre il cliente
Quando tutto aumenta, dalle materie prime ai costi energetici, non ne risentono soltanto le famiglie o le piccole aziende.
Anche le grandi aziende, compresi quelli che definiamo come i “colossi”, stanno iniziando iniziando a sentire il forte peso di questi rincari. Così, in qualche modo, devono anch’esse correre ai ripari per ottimizzare i risparmi e non vedere volare via i sacrifici fatti dai dipendenti. Sacrifici che, di fatto, hanno portato in alto non solo il nome dell’azienda stessa, ma anche il suo fatturato.
La prima azienda che ha agito in tal senso, cioè con azioni rivolte al risparmio energetico, è stata Iliad Italia. Infatti, già da un po’ di tempo, l’azienda italiana facente parte del gruppo francese, ha iniziato a spegnere i suoi ripetitori quando il traffico è particolarmente basso, principalmente durante le ore notturne.
Anche TIM è pronta a spegnere alcune frequenze della sua rete mobile, in caso di basso traffico.
TIM adesso va nella stessa direzione intrapresa dal competitor Iliad. Spegnerà alcuni ripetitori quando il traffico sulla rete è basso. Anzi, ha già iniziato a farlo. La sperimentazione, infatti, è già partita da due regioni italiane, Marche ed Umbria, ma si estenderà in tutta Italia nel 2023. Il provvedimento, nato per far fronte al caro energia, era uscito fuori durante la presentazione dei risultati finanziari del terzo trimestre.
L’operatore anticipò brevemente ai presenti che avrebbe fatto ricorso a una misura intelligente, se applicata nel modo corretto. La prospettiva è di spegnere le antenne parzialmente o del tutto inattive quando le condizioni di traffico lo consentono nel corso del 2023 in tutta Italia, tipicamente di notte.
Per individuare le finestre temporali in cui si può risparmiare energia e gli impianti che possono essere spenti senza conseguenze per i clienti TIM utilizza un algoritmo basato sull’intelligenza artificiale. TIM garantisce comunque, anche in questa circostanza, il servizio di rete mobile ai propri clienti.
I sistemi di trasmissione del segnale, quindi gli elementi che tengono su la rete, hanno bisogno di molta energia, per cui una misura del genere, con i prezzi raggiunti dall’energia elettrica, era quasi inevitabile, quindi l’ipotesi che presto possano accodarsi anche WindTre e Vodafone non è così remota.
Tutto questo, andrà comunque a svantaggio degli utenti, come sempre. Nonostante Tim abbia già provveduto a rassicurare tutti in merito, chi garantisce che, di notte, con la maggior parte dei ripetitori spenti non si possano creare disservizi e disagi? E in caso di calamità?