Cosa c’è dall’altra parte di un buco nero I L’incredibile spiegazione rivoluziona l’astrofisica
I buchi neri sono sempre stati i più grandi interrogativi dello spazio: le ricerche continuano ad andare avanti ma i dubbi rimangono sempre tanti. Una nuova teoria rivoluzionerebbe l’astrofisica, la scoperta sembra davvero sensazionale perché andrebbe ad indagare cosa c’è dall’altra parte di un buco nero. Vediamo quali risposte sono state date al quesito.
Una teoria che circola da diversi anni sostenuta in particolare da Nikodem Poplawski dell’Università di New Haven è che il seme del nostro universo sia stato forgiato nell’ambiente più estremo che esista: un buco nero. È fondamentale sapere che negli ultimi vent’anni molti fisici teorici sono giunti alla conclusione che il nostro universo non sia l’unico. Potremmo infatti far parte di un multiverso, una varietà infinita di universi distinti. Come e se un universo sia collegato a un altro è ancora oggi oggetto di discussione. I buchi neri sono tutto ciò che resta delle stelle: quando una stella esaurisce la sua carica, il nucleo collassa verso l’interno e la gravità stringe tutto in una morsa. La temperatura raggiunge i 100 miliardi di gradi, gli atomi e gli elettroni si frantumano, il suo campo gravitazionale diventa così forte che neanche un raggio di luce può sfuggirle.
In altre parole, è possibile che un buco nero sia un canale — un “ingresso a senso unico,” dichiara il dottor Poplawski — tra due universi. E che cosa siamo noi in questo universo? Potremmo essere il prodotto di un altro universo del passato definito universo madre. Ma vediamo nello specifico cosa significherebbe per noi tutto questo.
La scoperta sui buchi neri del professor Poplawski è incantevole e inquietante
Secondo il fisico teorico Nikodem Poplawski, ogni buco nero esistente contiene a sua volta un intero universo. Il nostro pianeta e la nostra civiltà, di conseguenza, sarebbero contenuti all’interno di un buco nero. “Secondo la teoria della gravità, ogni buco nero produce un nuovo universo bambino all’interno e diventa un ponte – spiega il fisico – che collega questo universo all’universo genitore in cui esiste il buco nero». Secondo la sua teoria di Poplawki, insomma, l’attrazione gravitazionale di un buco nero potrebbe funzionare addirittura da spinta per le astronavi, accelerandone la velocità e permettendoci di esplorare luoghi ancora più lontani. La scoperta è ancora controbattuta, ma se così fosse, si potrebbe dare un senso all’esistenza di buchi neri, mettendo in dubbio anche le teorie del Big Bang che fino ad oggi hanno sempre parlato di esplosione, probabilmente anche in modo improprio.