Le piattaforme che offrono serie televisive, film, spettacoli, calcio e altri sport in streaming video sono sempre più numerose in Italia.
Ora che è in arrivo l’inverno, cosa c’è di meglio, dopo una giornata di lavoro, di un po’ di relax sul divano di casa mentre ci godiamo una serie tv o un film o una partita della nostra squadra del cuore!
Da soli o in compagnia, poter vedere quello che più si desidera, all’orario a noi più congeniale non ha prezzo. E la scelta tra le varie piattaforme è davvero vasta. Con un piano di abbonamento si apre davanti a noi un mondo illimitato di contenuti.
Diciamoci la verità. Servono davvero pochi euro, pochi spiccioli ed il gioco è fatto. L’abbonamento si rinnova ogni mese direttamente dal conto o dalla carta prepagate e non dobbiamo avere nemmeno l’ansia di fare fila alle poste o in banca per versare i soldi.
C’è, però, chi non la pensa allo stesso modo e si affida alla pirateria per avere a disposizione gli stessi contenuti di cui noi usufruiamo. Questo malvezzo è conosciuto da tutti, anche dalla polizia e da chi eroga questi servizi!
L’operazione condotta dalla Polizia di Stato è partita all’alba dell’11 novembre ed ha interessato tutto il territorio nazionale. La Polizia ha smantellato l’organizzazione criminale transnazionale che gestiva il 70% del traffico di streaming illegale in Italia, Germania, Inghilterra e Tunisia. Il valore dell’affare è di svariati milioni di euro con danni per le società coinvolte per oltre 30 milioni di euro.
La Procura di Catania ha disposto la maxi retata ed ha, finalmente, messo fine alla principale rete di pirateria audiovisiva. Gli agenti della polizia postale hanno denunciato 70 persone con vari capi di imputazione.
Ovviamente il capo di imputazione principale è la fornitura illegale a 900.000 utenti di accessi pirata a piattaforme a pagamento come Netflix, Amazon Prime, DAZN, Sky e Mediaset.
L’organizzazione criminale era composta da circa 70 persone che ricoprivano vari ruoli. Il costo di ogni abbonamento pirata era di 10 euro e il canale principale usato per proporre il servizio di streaming illegale era Telegram, adottato per sottoscrivere nuovi abbonamenti, confermare gli iscritti o dare informazioni di vario tipo. Il pagamento dell’abbonamento illegale poteva essere fatto o in contanti o tramite carte di credito clonate.
Ci saranno indagini anche a carico degli utenti che hanno acquistato gli abbonamenti pirata. Il reato che si configura in questi casi è il reato contro il diritto d’autore. Sia per chi lo acquista sia per chi lo vende. Chi usufruisce dell’abbonamento per uso personale può incorrere in una multa che va da 134 euro a 1.032 euro. Inutile dire che ogni file preso illegalmente sarà poi sequestrato.
Gli indagati, invece, sono accusati tra gli altri capi di imputazione, del reato di condivisione di contenuto protetto da copyright per lucro e rischiano una sanzione che va da 2.582 euro a 15.493 euro e la detenzione da sei mesi a 3 anni a seconda degli introiti illegali accumulati.