Google, rivoluzione nel modo in cui giriamo i video: sarà sufficiente la voce
Il colosso continua a lavorare sulle intelligenze artificiali: Google ha proposta un modello Ai capace di generare video attraverso una descrizione. Video non del tutto realistici ma che potrebbero mettere in dubbio la realtà: i rischi sono tanti, soprattutto se l’azienda decide di rendere pubblico il servizio.
Qualche giorno fa Meta ha deciso di presentare Make-a-Video. Un modello attraverso il quale si genererebbero video attraverso una breve descrizione testuale di ciò che dovrebbe essere reso immagine e filmato. A rilanciare sul progetto è stato Google, proponendo ben due progetti analoghi: Imagen Video, che si concentra sulla qualità dei filmati, e Phenaki, che invece può generare contenuti più lunghi e provenienti da descrizioni estremamente più dettagliate, ma con qualità più scarsa.
Le funzioni dei due progetti sono distinte e separate, ma soprattutto nel primo caso, l’idea potrebbe generare non pochi problemi sul piano etico. Le immagini create dall’intelligenza artificiale, infatti, sembrerebbero rappresentare la realtà, che realtà non è in quanto creazione del tutto digitale, ma vediamo nel dettaglio come funziona il programma.
Imagen Video è l’algoritmo che si occupa della qualità, l’algoritmo riesce a generare video di pochi secondi a risoluzione di 24 x 48 pixel e una fluidità di 3 FPS, che poi viene elaborato da altri algoritmi avanzati di upscaling e portato a una risoluzione di 1.280 x 768 pixel a 24 FPS. I fotogrammi in totale sono 128, quindi i “video” sono in realtà animazioni che durano appena qualche secondo, ma che sembrerebbero presentare delle vere e proprie ‘realtà’. Risultati impressionanti perché l’elaborato finale viene interamente prodotto dall’algoritmo, interpretando la breve descrizione scritta, inviata come input (es: vista dall’alto durante il volo di un uccello).
Il secondo algoritmo, invece, Phenaki, creerebbe video molto più lunghi ma al tempo stesso meno realistici. In questo caso però l’intelligenza artificiale riesce ad interpretare periodi molto più lunghi, anche diversi paragrafi, quindi le descrizioni possono essere molto più dettagliate. Che cosa si rischia con la pubblicazione di servizi del genere?
Google lancia la nuova intelligenza artificiale: i rischi dal punto di vista etico preoccupano gli utenti
Nonostante sia un grande passo avanti per quanto riguarda l’AI, possiamo dire che Google stia azzardando davvero troppo. L’azienda rimane vaga sulla questione dell’etica, ma tutti sappiamo che i problemi potrebbero esserci. Dal copyright alle fake news, come regolamentare la produzione di video? Ormai viviamo immersi in una società d’immagini, lo raccontava già Benjamin ne L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Il problema è che in questo senso diventerebbe troppo facile creare fake news proponendo realtà inesistenti, ideate da semplici descrizioni scritte. Come farà a gestire tutto ciò Google?
Nel frattempo il colosso Google non si ferma. Gli studi sull’intelligenza artificiale arrivano anche nel campo della robotica: uno degli ultimi studi ingegneristici ha fatto sì che un robot riuscisse ad imparare a fare cose (come ad esempio in cucina), navigando da solo su internet e trovando le informazioni necessarie per l’azione, interiorizzandole come un umano.