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Apple risponde negativamente alla richiesta dell’FBI

 

Apple contro FBI

Apple 
è pronta a battersi contro l’FBI, la risposta ufficiale arriva direttamente dal colosso statunitense.
Tempo fa ci fu un’ordinanza eseguita dal giudice su richiesta dell’FBI, essa prevedeva l’obbligo da parte di Apple a fornire gli strumenti necessari per eseguire un attacco brute force su un iPhone.
L’ordinanza fu richiesta per il caso specifico dell’iPhone 5C di Rizawan Farook, l’assassino che ha compiuto la strage di San Bernardino.

Apple non d’accordo, accusa l’FBI in quanto si creerebbe una vera e propria backdoor a uso governativo.
Attualmente non era presente nessuna risposta legale degli avvocati di Apple, è arrivata nelle scorse ore.
Si tratta di una richiesta di annullamento nei confronti dell’ordinanza giudiziaria della settimana scorsa.

Secondo gli avvocati della Apple in questa maniera si violerebbe il primo e quinto emendamento della costituzione, il documento potrebbe crearsi un “fardello oppressivo” sia nei confronti dell’azienda statunitense sia sui cittadini che utilizzano l’iPhone.
L’azienda di Cupertino spiega che il sistema di sicurezza è talmente alto verso i cittadini che nemmeno alle autorità si possono far sconti,  anche a costo di rendere più difficile il loro lavoro.

Apple dovrebbe creare un software apposito

Aziende abbastanza notevoli come Google, Twitter, Microsoft e Facebook, condividono a pieno la politica aziendale di Cupertino che a tutti i costi vuole proteggere i suoi clienti e l’azienda stessa.

Tra i documenti allegati dall’azienda di Cupertino il giudice ha notato l’intervento interessante di Erik Neuenschwander, Manager Of User Privacy dell’azienda stessa.
L’esperto ha messo in chiaro il suo punto di vista affermando che l’FBI chiede la realizzazione di un sistema operativo che non esiste, battezzato GovtOS.

Per creare GovtOS Apple dovrebbe impiegare sei tecnici per circa 2-4 settimane eliminandogli tempo alla loro attività lavorativa.
Successivamente la società di Cupertino dovrebbe firmare con la propria chiave privata il software, ovviamente l’azienda non lo farà in quanto GovtOS nascerebbe per obbligo e non per volontà.

Per creare GovtOS Apple dovrebbe impiegare sei tecnici (più eventuale personale di supporto) per 2-4 settimane, sottraendoli alla normale attività lavorativa. Dopodiché la società di Cupertino dovrebbe firmare il software con la propria chiave privata, cosa che l’azienda non è disposta a fare proprio perché GovtOS nascerebbe per obbligo e non per volontà.
Sicuramente un lavoro che impiegherebbe tanti soldi e tanto tempo.