Se avete la “cattiva” abitudine di lasciare il caricatore dello smartphone sempre attaccato per averlo a portata di mano quando vi serve, dovete rivederla quanto prima. Questo trend colpisce sia giovani che adulti e spesso più che di una necessità vera e propria, si tratta solo di pigrizia. Un sito di consulenza finanziaria ha provato a rispondere alla domanda che vi abbiamo fatto all’inizio dell’articolo.
Il caricatore dello smartphone (o di altri dispositivi tecnologici in generale) continua a prendere energia. Le cose non sono andate meglio con quelli di ultima generazione che, seppur privi di trasformatore, prelevano delle piccole quantità di energia. L’Unione Europea ha disposto che il caricatore non connesso può consumare sino ad un massimo di 0,5 watt che tradotto in euro si tratta di qualche cent.
Il problema nasce quando il caricatore viene connesso ad una ciabatta e se contiamo tutte quelle che abbiamo in casa i numeri salgono. A questo si devono aggiungere tutti gli altri apparecchi in standby per un totale di circa 40 euro in più all’anno sulla bolletta. Oltre al fattore di tipo economico, ve ne sono altri. Per esempio il caricatore che resta attaccato per molte ore, tende a surriscaldarsi, quindi i componenti presenti al suo interno possono deteriorarsi, compromettendo il corretto funzionamento.