Per chi non fosse a conoscenza del Bitcoin, altri non è che una moneta elettronica creata nel 2009, da un anonimo conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. A differenza delle valute tradizionali come l’euro, il dollaro ecc., Bitcoin non fa uso di un ente centrale, ma sfrutta un database distribuito (database nel quale i dati non sono memorizzati sulla stessa macchina, ma bensì su diversi elaboratori o nodi) e sfrutta la crittografia per gestire gli aspetti pratici, come ad esempio la generazione di una nuova moneta e le attribuzioni di proprtietà dei bitcoin. La rete consente il possesso ed il trasferimento ANONIMO delle monete, sfruttando le caratteristiche base di un database distribuito, infatti, i dati necessari all’utilizzo dei propri coin possono essere salvati su più computer sottoforma di “portafoglio virtuale”, o addirittura ‘appoggiati’ presso altri luighi che svolgono funzioni analoghe alle banche moderne. Tutti i trasferimenti monetari sono effettuati tramite la rete internet, la struttura peer-to-peer (P2P), e la mancanza di un ente principade di controllo rende impossibile a qualsiasi ramo di autorità il blocco della rete o la svalutazione della relativa moneta. Nel gergo degli utilizzatori dei coin, la lettera B maiuscola è utilizzata per indicare la rete globale, mentre la parola bitcoin, con l’iniziale minuscola, si riferisce alla valuta vera e propria.
Il nome di Satoshi Nakamoto, non è che un mero pseudonimo, infatti secondo alcune indiscrezioni venute fuori negli anni, queste generalità non appartengono al vero creatore del sistema, che ha voluto mantenere un anonimato assoluto nel corso del tempo. Il suo vero nome sembrerebbe essere Craig Steven Wright, un cittadino australiano con dimora a Sydney. Risalire alla sua identità non è stato affatto semplice essendo a conoscenza delle minime informazioni che trapelavano dalle sue brevi interviste rigorosamente anonime. Nel riconoscimento di Wright ha contribuito anche un’indagine della polizia australiana, che indagava su un’inchiesta fiscale legata ai bitcoin, e alcuni siti facevano proprio il nome di Craig Steven Wright. Attualmente comunque non c’è niente di confermato, ma il profilo del noto imprenditore pare proprio dedito alla creazione ed allo sviluppo del progetto bitcoin, tanto che la sua invenzione parve portarlo fino all’ipoteca di alcune sue proprietà per investire ancora di più sulle forniture tecnologiche specifiche per il suo progetto. Alcune smentite sono arrivate già poche ore dopo il blitz, la polizia locale ha dichiarato che in realtà l’inchiesta era legata alla mancata riscossione delle tasse, e che i Bitcoin non centrino assolutamente nulla.
In conclusione, tutto rimane ancora avvolto nel mistero, in una nube di supposizione e smentite. L’avvenimento ha comunque acceso ancor di più il dibattito che già da anni dilaga nel web, tra tutti gli utilizzatori del coin e non. E’ certo che se Wright fosse davvero l’uomo che tutti cercano, dovrebbe dare al mondo un bel pò di spiegazioni.