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Brave: il browser che paga per vedere la pubblicità

Scopriamo insieme la storia di Brave browser che blocca le grandi pubblicità e ha degli spazi standard per gli inserzionisti.

Quando si parla di Brave browser si deve stare molto attenti perché questo software è piuttosto particolare. Iniziamo subito dalla sua storia: circa due anni fa su Android approdò Link Bubble, una sorta di browser che apriva i link pubblicitari in background per non disturbare la lettura del sito. La scorsa estate l’app è stata venduta ad una startup fondata da Brendan Fich, il creatore di JavaScript e co-founder di Mozilla.

Brave browser ha mantenuto in parte la struttura di Link Bubble, ed è compatibile con i sistemi operativi mobili e con i sistemi desktop. Nelle impostazioni di default viene bloccato il tracciamento, inoltre le pubblicità più pesanti sono bandite in favore di quelle leggere, che occupano spazi standard. Oltre a proteggere la privacy la navigazione è molto più veloce e questo garantisce comunque un introito al proprietario del sito.

Ma non finisce qui, perché con Brave browser anche l’utente guadagna qualcosa, ma si tratta di crediti virtuali da spendere per scegliere su quale sito non vedere la pubblicità. Il progetto è partito da pochissimo tempo ed è in fase di test privato. Registrandosi sul sito di Brave è possibile richiedere l’ammissione.